Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

sabato 31 ottobre 2015

L'IMPOSTORE





TITOLO: L’IMPOSTORE

AUTORE: Javier Cercas

CASA EDITRICE: Guanda

N. PAGINE: 406

VALUTAZIONE: 4




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro davvero particolare che ti fa capire l’arte della menzogna nelle sue molteplici sfaccettature. Un libro non leggero ma riflessivo”.

TRAMA:Un romanzo vero, ma allo stesso tempo un'opera di finzione. La finzione, però, in questo caso non è frutto della fantasia dell'autore, ma è opera dello stesso protagonista, Enric Marco. Chi è Enric Marco? Un novantenne di Barcellona, militante antifranchista, che negli anni Settanta è stato segretario del sindacato anarchico - la CNT - e in seguito ha presieduto l'associazione spagnola dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, ricevendo numerosi riconoscimenti per il coraggio dimostrato negli anni e la testimonianza degli orrori del lager. In realtà, è un impostore. Nel 2005 la sua menzogna è stata pubblicamente smascherata. Enric Marco, come ha rivelato uno storico, non è mai stato internato a Flossenbiirg. E l'intera sua vita è un racconto intessuto di finzioni, dalla sua partecipazione alla guerra civile alla militanza antifranchista. Dieci anni dopo, Javier Cercas traduce in un romanzo audace, che sfida le convenzioni narrative, l'enigma del personaggio, le sue verità e le sue bugie. In queste pagine intense si dipana un intero secolo di Storia, raccontato con la passione di un sovversivo della letteratura e un'ammirevole onestà dissacratoria.


RECENSIONE:”Come qualunque buon bugiardo sa, una menzogna ha successo soltanto se è impastata con la verità”. Nel 2005, a ben ottantaquattro anni, Enric Marco viene smascherato e, da esempio per il suo paese, diventa l’impostore, il grande maledetto. Javier Cercas, dieci anni dopo, decide di scrivere (dopo un periodo di riflessione) un libro su di lui. Il suo obiettivo è quello di scoprire fino a che punto le menzogne di Marco sono arrivate e soprattutto perché ha deciso di farlo. Per chi non avesse sentito parlare di questo scandalo, nel 2005, Enric Marco viene smascherato e le sue menzogne vengono alla luce. Per molti anni si era fatto passare per un internato nel campo di Flussenbürg e per antifranchista, quando in realtà non era mai stato nessuna delle due cose. Cercas si è scelto un compito non facile, in primis perché il caso Marco ha fatto fare brutta figura a tantissima gente (autorità, giornalisti, politici e colleghi), secondo e non meno importante, va considerato che Marco è un grande bugiardo e come tale si può correre il rischio di cadere nella sua “rete”. Sulle tracce di un uomo che ha come principale colpa quello di aver fatto parte della maggioranza e di aver detto sempre “SI”, quando in realtà si è fatto spacciare per uno della minoranza che diceva “NO”. La domanda sorge spontanea, come ha fatto a fare tutto questo? Semplice, Marco aveva scoperto che il potere del passato domina il presente ed il futuro; il nostro protagonista si era reinventato nel momento giusto, aspettando i tempi giusti e soprattutto “condendo” le sue bugie con parte di verità. Cercas ha fatto un buon lavoro. È il primo romanzo che leggo di quest’autore spagnolo ed anche se all’inizio ero un po’ perplessa sullo stile e la linea scelta dall’autore, pagina dopo pagina mi ha coinvolto e mi ha fatto porre molti interrogativi. Uno dei momenti più toccanti è quando l’autore, dopo aver smascherato molte bugie di Marco, gli chiede la verità su un fatto in particolare su cui non è riuscito a trovare documenti, ed un uomo con più di novant’anni gli risponde con: “Per favore, lasciami qualcosa”. È un libro che consiglio, anche se non è per tutti. Non è leggero, è particolare e riflessivo. Appena finito, ho avuto bisogno di una lettura leggere per rilassare il cervello!

IL RICHIAMO DEL CUCULO





TITOLO: IL RICHIAMO DEL CUCULO

AUTORE: Robert Galbraith

CASA EDITRICE:Salani

N. PAGINE: 464

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere l’esordio della Rowling come scrittrice di gialli e si voglia gustare un libro scritto bene che punta molto sul dettaglio e meno sui colpi di scena”.

TRAMA:Il richiamo del cuculo è un romanzo di Robert Galbraith (Joanne Kathleen Rowling) edito da Salani. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Cormoran Strike riesce appena a guadagnarsi da vivere come investigatore privato: i clienti scarseggiano e le bollette si accumulano. Inoltre, dopo l’ennesimo scontro, la sua fidanzata l’ha lasciato e lui è costretto a dormire in ufficio. Finché non arriva John Bristow per proporgli un caso sorprendente: sua sorella Lula Landry, leggendaria top model morta pochi mesi prima, secondo lui non si è suicidata, ma è stata uccisa.


RECENSIONE:Il richiamo del Cuculo è stato scritto da Robert Galbraith che in realtà è uno pseudonimo utilizzato dalla Rowling, la scrittrice di Harry Potter. Un giallo un pò insolito nel suo genere. Il libro è scritto veramente molto bene, la trama entra subito nel vivo nelle prime pagine, per poi dilungarsi sulle indagini. Le indagini non vengono seguite dalla polizia, che ormai ha archiviato il caso qualche mese prima ritenendolo un suicidio, ma sono portate avanti da un investigatore privato ingaggiato dal fratello della vittima. L'investigatore privato, protagonista della storia, è Cormoran Strike, davvero un bel tipo. Alto un 1,90 m, ex militare, figlio illegittimo di un star, incasinato con il lavoro e l'amore. Si ritroverà ad dover far luce su molti indizi un pò contrastanti fra loro; a fargli da spalla ci sarà la sua segretaria Robin. Si sarà davvero suicidata la super modella Lula? Intrigante, mi ricorda un pò i gialli di una volta, in cui più che i colpi di scena, la fanno da protagonista i piccoli dettagli, costringendoti a ricordarti volta volta cosa dicono i vari intervistati. L'investigatore Strike più che un peso alle parole lo dà al linguaggio del corpo perché le persone possono mentire con le parole, ma difficilmente lo possono fare con il resto del corpo. Lo consiglio a chi cerca un buon libro, lo sconsiglio a chi è amante dei gialli con grossi colpi di scena, anche perché prima di vedere un pò di azioni dovrete aspettare la fine...

mercoledì 28 ottobre 2015

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI





TITOLO: STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI

AUTORE: Markus Zusak

CASA EDITRICE:Frassinelli

N. PAGINE: 563

VALUTAZIONE: 4/5



Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro sulla seconda guerra mondiale, ambientato in Germania, con un narratore insolito e soprattutto con la consapevolezza che non tutti i tedeschi erano nazisti”.

TRAMA:Nella Germania della Seconda guerra mondiale, quando ogni cosa è in rovina, una bambina di nove anni, Liesel, inizia la sua carriera di ladra. All'inizio è la fame a spingerla, e il suo bottino consiste in qualche mela, ma poi il vero, prezioso oggetto dei suoi furti sono i libri. Perché rubarli significa salvarli, e soprattutto salvare se stessa. Liesel infatti sta fuggendo dalle rovine della sua casa e della sua famiglia, accompagnata dal fratellino più piccolo e diretta al paese vicino a Monaco dove l'aspetta la famiglia che li ha adottati. Nell'inverno gelido e bianco di neve, il bambino non ce la fa, ed è proprio vicino alla sua tomba che lei trova il primo libro. Il secondo, invece, lo salva dal fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. Col passare del tempo il numero dei libri cresce e le parole diventano compagne di viaggio, ciascuna testimone di eventi terribili ai quali la bambina sopravvive, protetta da quei suoi immortali, straordinari, amorevoli angeli custodi.


RECENSIONE:Davvero un libro insolito, mi sono trovata a leggerlo perchè incuriosita dal film. In realtà il libro è nato con il titolo “La bambina che salvava i libri”. Il narratore è la morte che racconta la storia con gli occhi di una ragazzina. Storia di una ladra di libri, anche se scritto in maniera molto semplice, affronta argomenti molto toccanti, come le leggi razziali durante il periodo nazista, la vita degli ebrei e dei giovani tedeschi che si trovano a dover scegliere se rispettare tali leggi oppure provare a scegliere una via diversa. Una ragazzina, Liesel, costretta dal regime a rinunciare alla sua famiglia, viene mandata a vivere con una famiglia che la prende in affidamento. Qui cresce con l'amore di una madre acquisita un pò burbera, un padre speciale, un amico inseparabile e un giovane ebreo. Riuscirà ad andare avanti grazie all'aiuto dei libri di cui diventerà un'insaziabile lettrice. Una delle frasi che più mi ha colpito, scritta dal "narratore" è questa:"suppongo che gli uomini amino assistere a un pò di distruzione: castelli di sabbia, castelli di carta, si comincia così. La loro grande dote è la capacità di progredire". Una frase che dovrebbe farci riflettere. Consiglio dopo la lettura del libro anche la visione del film, avvisandovi che molte parti sono state tagliate..

martedì 27 ottobre 2015

LE IRREGOLARI




TITOLO: LE IRREGOLARI. BUENOS AIRES HORROR TOUR

AUTORE: Massimo Carlotto

CASA EDITRICE: EO

N. PAGINE: 224

VALUTAZIONE: 4




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro molto forte e reale, che ci racconta di come le donne si sono e si rimboccano le maniche durante i momenti più bui. E’ consigliato anche a chi volesse conoscere meglio la storia dei desaparecidos argentini”.

TRAMA:Un romanzo basato su fatti e personaggi assolutamente veri che racconta in modo completo la storia della guerra sporca della dittatura argentina: la metodologia della "desaparicion", i campi di concentramento clandestini, i bambini trattati come bottino di guerra, la persecuzione degli ebrei argentini, un incubo nell'incubo, la verità sul ruolo della chiesa cattolica, le connessioni e le coperture internazionali. E racconta anche la battaglia delle nonne e delle madri di Plaza de Mayo: una storia al femminile, fatta di amore, dolore e coraggio. 


RECENSIONE:Massimo Carlotto ci racconta qualcosa di cui si è sentito parlare molto poco; una parola che, spesso nel gergo comune, ci troviamo ad utilizzare senza pensarci, ma che dietro si porta un mondo. Quante volte sorridendo, dopo tanto che non vediamo un amico, gli abbiamo detto: ma eri desaparecidos. Carlotto ci racconta fatti e personaggi reali. Ci racconta un'epoca che molti vorrebbero dimenticare ma che altri invece vogliono portare fino in fondo...ci racconta di una generazione che la desapariciòn ha cancellato. Come avrete ben capito, questo romanzo è ambientato in Argentina. Il titolo completo è "Le Irregolari. Buenos Aires Horror Tour". Ma chi sono le Irregolari? "La società argentina fingeva di non accorgersi di noi perché non ci comportavamo come tutte le altre donne. Eravamo considerate, come dire, irregolari, perché avevamo deciso di non accettare la morte dei figli e il rapimento dei nipotini". Le Madri e le Nonne, sono due associazioni che tuttora si battono per la verità; sono le donne di Plaza de Mayo, donne che per la propria famiglia non si sono fatte fermare davanti a niente. Donne che hanno visto sparire nel nulla figli e nipoti e che tuttora cercano. "Trentamila solo i desaparecidos, ma è una cifra puramente simbolica perché non tutte le famiglie hanno fatto denuncìa di scomparsa: qui la gente ha ancora paura". Carlotto con il suo Buenos Aires Horror Tour ci fa rivivere le tappe principali della "guerra sporca", la metodologia della desapariciòn, quello che dovevano subire sia quelli che venivano considerati pericolosi per lo stato sia le loro famiglie. Non stiamo parlando di chissà quanti anni fa, questi erano gli anni 70-80 del Novecento. "Scendendo mi fermai sul secondo gradino:"Quanto è lungo questo tour?". Il conducente alzò le spalle "Non ti basterebbero tutte le notti della tua vita. Buenos Aires non finisce mai". Un romanzo molto interessante che però dal punto di vista stilistico non mi ha completamente convinto. Una storia di sottofondo che poteva essere un pochino più chiara, probabilmente le emozioni in gioco e il sentirsi coinvolto in prima persona hanno influenzato le scelte dell'autore. Anche sull'horror tour ho qualche pensiero. Probabilmente l'obiettivo dell'autore era quello di sconvolgere e impressionare il lettore (cosa che tra l'altro gli è riuscita molto bene), ma il suo stile così diretto e quelle informazioni gettate li, una dietro l'altro, come pugni in pieno volto (letteralmente parlando), potevano essere gestite, a mio modesto avviso, un pò meglio. Se però come ho detto il suo obiettivo era unicamente quello allora ci è riuscito. Il grande merito di Carlotto è quello comunque di aver affrontato un argomento davvero poco trattato e di averci messo il cuore.

domenica 25 ottobre 2015

IL BACIO DEL PANE





TITOLO: IL BACIO DEL PANE

AUTORE: Carmine Abate

CASA EDITRICE: Mondadori

N. PAGINE: 176

VALUTAZIONE: 5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro che parla di Calabria, con le sue tradizioni e i suoi retroscena. Molto piacevole”.

TRAMA:In un'afosa giornata di luglio, una comitiva di ragazzi decide di andare a fare il bagno alla cascata del Giglietto. Piero accetta volentieri perché quel luogo - che è il più bello dei dintorni - lo attira come una calamita fin da quando è bambino. I ragazzi scendono in moto dal paese di Spillace e poi risalgono a piedi il letto pietroso di una fiumara. Quando arrivano all'altezza del rudere di un antico mulino, sudati per la sfacchinata e l'afa, Piero sente un brivido lungo la schiena. Accanto a lui c'è Laura - amica d'infanzia che vive a Firenze e trascorre le vacanze a Spillace -, verso la quale prova un'attrazione che gli sta scombussolando la vita.


RECENSIONE:Carmine Abate vive in Trentino ma è calabrese al 100%. "Il bacio del pane" è ambientato appunto in Calabria, a Spillace uno di quei paesini che definirei quasi "fantasma", nel senso che d'estate sono vivi e rumorosi (tutte le persone che sono emigrate al nord, ma che al sud hanno ancora i parenti, nel periodo estivo tornano alle proprie origini per riunire la famiglia) e per il resto dell'anno sono un pò spenti, rimangono solo i locali che sono sempre meno e vivono nel ricordo dell'estate passata e nell'attesa della prossima. I protagonisti di questo romanzo sono due giovani, Francesco (di Spillace al 100%) e Marta (compaesana che vive a Firenze e torna per le vacanze). Fra i primi innamoramenti ed incomprensioni, i due si avvicinano di più quando entrambi devono mantenere il medesimo segreto. Il segreto ha un nome e si chiama Lorenzo. Vive in un rudere, nascosto, braccato. Marta subito più espansiva, Francesco più diffidente, ma basta che Lorenzo baci il pane che tutto cambia e al giovane torna in mente il nonno (una madeleine nostrana..), un uomo che gli ha insegnato molto. Pur vivendo in Toscana, ho radici nel sud e la tradizione vuole che non si butti via mai il pane, neanche se sporco o ammuffito:"Il pane non si butta così, come una pietra senza valore. Il pane è vita, ci vuole troppa fatica per farlo. Diede un bacio sul lato pulito della fetta e andò a posarla sotto il fico, dove beccheggiavano affamati tre o quattro uccelli. Poi concluse: il pane va rispettato." Un romanzo breve, che inizia con un pò di lentezza ma basta poco per rimanerne coinvolti. Abate ci racconta una realtà non così scontata, ricca di tradizioni, di rituali (bellissima la preparazione del pane) e di famiglia. Per concludere vi lascio una frase di Francesco che forse rappresenta con poche parole il romanzo: "Ora so che l'esperienza di quei giorni d'estate mi aveva maturato all'improvviso, come succede ai fichi che la sera sono acerbi e al mattino diventano maturi al punto giusto".

PANZA E PRISENZA





TITOLO: PANZA E PRISENZA

AUTORE: Giuseppina Torregrossa

CASA EDITRICE: Mondadori

N. PAGINE: 189

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un giallo insolito, condito con ricette del sud. Un’autrice davvero piacevole da leggere”.

TRAMA:Palermo. Un'estate caldissima. E tre poliziotti che più diversi non si potrebbe: il questore Lobianco, severo e forte, Rosario D'Alessandro detto Sasà - amante del cibo e delle donne, affetto da un curioso disturbo della lacrimazione che fa sì che pianga quando si eccita - e Marò Pajno, affascinante e volitiva, relegata in un noioso commissariato di quartiere.


RECENSIONE:La Torregrossa è un'autrice che ama scrivere soprattutto della sua terra, la Sicilia e delle donne. Questo libro è ambientato nella bella Palermo e non mancano, come sempre, le battute in dialetto (per i non siciliani come me, non preoccupatevi in fondo c'è un piccolo vocabolario). La commissaria Marò e il sostituto commissario Sasà, si ritrovano a dover seguire due indagine. La prima è quella relativa all'omicidio dell'avvocato Maddaloni seguita da Marò, mentre il collega è sulle tracce di un latitante mafioso. Il libro rientra nei gialli, anche se definirlo tale mi sembra un pò un azzardo. Si può avvicinare a Camilleri e Malvaldi per quanto riguarda il contesto, però rispetto a questi due autori mancano un pò le indagini e i colpi di scena.  In ogni romanzo la scrittrice inneggia un santo della sua terra e questa è la volta di Santa Rosalia. Inoltre sono presenti sette ricette all'inizio dei vari capitoli da cui si può prendere spunto. Adoro questa scrittrice, trasmette la passione per la sua terra, è ironica e poi scrive proprio bene. Una curiosità, "Panza e prisenza" ovvero Pancia e presenza è un'espressione usata per designare chi, invitato, si presenta a mani vuote.  Una bella frase per noi donne: "Si chiama resilienza, è la capacità di adattarsi alle nuove situazioni che la vita prospetta, sembra che le donne ne siano particolarmente dotate.

sabato 24 ottobre 2015

IL SESSO INUTILE




TITOLO: IL SESSO INUTILE. VIAGGIO INTORNO ALLA DONNA

AUTORE: Oriana Fallaci

CASA EDITRICE: Bur

N. PAGINE: 205

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro sulla condizione della donna nei paesi orientali/asiatici negli anni ’60 ed è anche curiosa di leggere le parole di una giovane Fallaci, non ancora così arrabbiata con il mondo, ma sempre indignata”.

TRAMA:"Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico." Così Oriana Fallaci nella premessa a "Il sesso mutile", il primo libro che pubblica con Rizzoli, nel 1961. L'anno precedente, inviata de "L'Europeo", è in Oriente insieme al fotografo Duilio Pallottelli per un'inchiesta sulla condizione delle donne. È partita alla ricerca di tracce di felicità e nel libro racconta la sua esperienza: a Karachi in Pakistan assiste al matrimonio di una sposa bambina e si ribella all'idea delle donne velate; a New Delhi incontra Rajkumari Amrit Kaur, figura di grande potere in India, e le sembra che assomigli a sua nonna; in Malesia conosce le matriarche che vivono nella giungla; a Singapore c'è la scrittrice Han Suyin, che sente subito amica; a Hong Kong le cinesi non hanno più i piedi fasciati ma le intoccabili abitano ancora sulle barche, senza mai scendere a terra; a Tokio è smarrita di fronte all'impenetrabilità delle giapponesi e a Kyoto affronta il mistero delle geishe; alle Hawaii cerca invano i segni di un'esistenza originaria intatta. Il viaggio si conclude a New York, dove il progresso ha reso più facile la vita delle donne a confrontarsi con "un mondo di uomini deboli, incatenati a una schiavitù che essi stessi alimentano e di cui non sanno liberarsi".


RECENSIONE:Il direttore de "L'Europeo" chiede ad una giovane Fallaci di fare un'inchiesta sulla condizione della donna. All'inizio la Fallaci sta per rifiutare, perché per lei scrivere sulle donne, come se fossero una fauna speciale, era una cosa ridicola. Ma poi l'incontro con una donna che ha tutto dalla vita ma è comunque infelice, invoglia la fiorentina a partire, soprattutto alla ricerca della felicità della donna. "Il sesso inutile" è un viaggio per scoprire se le donne possono appunto essere felici. Un itinerario, il suo, affiancata dal fotografo Duilio Pallottelli, che tocca principalmente mete orientali. Pakistan, India, Indonesia, Cina (Hong Kong), Giappone e Hawaii sono le sue tappe.
Dalla sposa bambina alle matriarche, la Fallaci si ritrova a dover vedere con i propri occhi, come la condizione della donna possa cambiare da paese a paese.
Una Oriana molto giovane, il reportage è del 1960; una donna non ancora arrabbiata ma sempre molto provocatoria e a tratti ironica. "Il sesso inutile" è un libro che mi ha colpito ed ho apprezzato anche se avrei preferito dei particolari in più. La Fallaci mi ha fatto leggere di realtà che probabilmente mai vedrò, lasciandone però solo pochi dettagli. Un approfondimento maggiore lo avrei proprio preferito. Consiglio di leggere la prefazione di Giovanna Botteri dopo la lettura del libro.

venerdì 23 ottobre 2015

LA CUSTODE DEL MIELE E DELLE API





TITOLO: LA CUSTODE DEL MIELE E DELLE API

AUTORE: Cristina Caboni

CASA EDITRICE: Garzanti

N. PAGINE: 328

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un buon libro, ideale per il pubblico femminile, un po’ più impegnativo di una letteratura rosa ma comunque piacevole”.

TRAMA:Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C'è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un'apicultrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l'infanzia, quando viveva su un'isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo. Ma adesso il destino ha deciso di darle un'altra possibilità. C'è un'eredità che la aspetta là dove tutto è cominciato, su quell'isola dove è stata felice. C'è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c'è solo una persona che può aiutarla: Nicola.

RECENSIONE:Dopo “Il sentiero dei profumi”, Cristina Caboni torna con un nuovo romanzo. Se già nell’altro si poteva notare l’amore per i profumi e la natura, in questo l’autrice da proprio il meglio di se. La Caboni vive in Sardegna e si occupa dell’azienda apistica di famiglia. Leggendo le sue pagine si percepisce l’amore dell’autrice per la sua terra e per il suo lavoro che si potrebbe benissimo definire la sua passione. La sua protagonista, Angelica, è, infatti, sarda e si occupa di api, ma non lo fa come molti, lei è una custode, una dote di famiglia che si tramanda da generazioni. Lontana ormai da molti anni dalle sue origini, Angelica viene “richiamata” dalla sua terra e dalla sua infanzia. Ad attenderla, oltre alle nuove responsabilità, ci sarà Nicola, suo primo amore, ritornato anche lui “in patria” per riacquisire un po’ di umanità persa per strada. La Caboni ci trasporta in una piccola realtà sarda, in cui il passato non si dimentica, in cui nelle difficoltà ci si unisce e che ci insegna che non tutto il male viene per nuocere. Descrittiva come poche altre, riesce a portarci in quei patri, in quei boschi, davanti quel mare. Ogni capitolo inizia con una tipologia di miele diverso, accompagnato dall’aiuto che può dare, ad esempio il miele d’erba medica è ideale per il buonumore e la giovialità. Non così scontato, molto attuale e con un pizzico di magia che non guasta, questo romanzo è sicuramente una conferma per l’autrice che si “adagia” in quel genere che sta fra la letteratura rosa e il romanzo. Lo consiglio principalmente ad un pubblico femminile, ricordando che è un romanzo molto piacevole, anche se ha un inizio un po’ lento.
Vi lascio con questa frase:

“Le piaceva la vecchiaia, era il modo migliore che Dio aveva di rimettere tutti allo stesso livello. Non si salvava nessuno, e questo la soddisfaceva profondamente”.

LE HO MAI RACCONTATO DEL VENTO DEL NORD




TITOLO: LE HO MAI RACCONTATO DEL VENTO DEL NORD

AUTORE: Daniel Glattauer

CASA EDITRICE: Feltrinelli

N. PAGINE: 192

VALUTAZIONE: 4/5



Consigliato a chi ha voglia di leggere e scoprire che potere possono avere le parole e come la tecnologica possa fare il resto…bellissimo!”.

TRAMA:Un’e-mail all’indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l’impaccio iniziale, tra Emmi Rothner e Leo Leike si instaura un’amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d’amore epistolare dell’era Internet, descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventata virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?


RECENSIONE:Che potere hanno le parole? Quanta può essere la curiosità di vedere chi c'è dietro a quelle frasi? "Le ho mai raccontato del vento del nord" è un romanzo costituito da una raccolta "epistolare" in chiave moderna ovvero...uno scambio di e-mail. I protagonisti sono due, Emmi e Leo. Per caso, per fortuna o per errore, Emmi invia una e-mail all'indirizzo sbagliato e una cosa tira l'altra, e si ritrova a scambiare e-mail con Leo. Due perfetti sconosciuti possono farsi travolgere dalle parole?  Tutto quello che è iniziato come un gioco diventa molto di più. Emozioni contrastanti si riversano sui due protagonisti. Gioia (quando si vede l'icona di arrivo del messaggio); tensione (quando l'attesa diventa logorante); curiosità (di sapere cosa ne pensa l'altro); malinconia ( quando non possiamo stare vicino al computer) ma soprattutto paura (che quelle parole possano corrispondere ad una persona diversa da quella che ormai ci siamo creati nella nostra mente). E' anche molto affascinante analizzare le varie dinamiche che possono nascere e come un messaggio possa essere frainteso o interpretato male in base all'umore con cui l'accogliamo. Questo romanzo è del 2006, ma mai come oggi è attuale, in un mondo in cui prima ci si conosce "on-line" e poi di persona. In cui spesso le aspettative vengono stravolte dalla conoscenza. Il libro scorre velocemente e nella sua semplicità ci può far riflettere. E poi il titolo "Le ho raccontato del vento del nord" è così evocativo che se qualcuno me lo chiedesse risponderei "no, ma non vedo l'ora"! Cogli l'occasione, perché potrebbe non essercene una seconda.

giovedì 22 ottobre 2015

101 DONNE CHE HANNO FATTO GRANDE L'ITALIA




TITOLO: 101 DONNE CHE HANNO FATTO GRANDE L’ITALIA

AUTORE: Scaraffie e Galeotti

CASA EDITRICE: Newton Compton

N. PAGINE: 213

VALUTAZIONE: 2


Consigliato a chi ha voglia di leggere delle biografie di donne, non particolarmente curate ma che possono dare spunti per altre letture”.

TRAMA:Dal Medioevo al processo di unificazione nazionale, dall'età giolittiana al fascismo, dalla guerra agli anni Cinquanta, dal Sessantotto al crollo della Prima Repubblica, fino ad arrivare alla strettissima attualità, una selezione delle 101 donne più importanti del nostro Paese: Chiara d'Assisi, Anita Garibaldi, Rita Levi Montalcini, Sibilla Aleramo, Ada Boni, Maria Montessori, Gae Aulenti, Sara Simeoni, solo per citarne alcune. Donne che si sono impegnate in vari campi: nella politica, nello sport, nel costume, nella letteratura, nella magistratura, nel cinema, nella televisione, nell'architettura, nell'imprenditoria, nel giornalismo. Personalità illustri che con la loro intelligenza, sapienza, fascino e bellezza hanno contribuito a dare prestigio all'immagine dell'Italia nel mondo.

RECENSIONE:101 è il numero che la Newton Compton ha utilizzato (e probabilmente utilizza ancora) per una collana di libri. Una collana molto variegata che affianca a questo numero, storie, personaggi, cose da fare, gol, misteri ecc.. Le autrici Scaraffia e Galeotti, hanno cercato di inserire, in questo volume, le 101 biografie di donne che hanno dato il loro contributo per rendere grande l’Italia. La scelta è delle più variegate, troviamo donne che si sono occupate di sport, cinema, politica, giornalismo, architettura, musica, lavoro femminile e così via. Tutto questo può sembrare molto bello solo se non consideriamo alcuni punti. Il primo di tutti è la lunghezza, personalmente trovo davvero impossibile rendere il dovuto onore e importanza a 101 donne in solo 205 pagine (ovvero ad ognuna è toccata al massimo una pagina e mezzo). Inoltre, a mio avviso, la scelta infelice di scegliere l’ordine alfabetico invece di quello cronologico. Sarebbe stato molto piacevole vedere quelle donne che hanno vissuto i soliti anni vicine invece di trovarsi “Raffaella Carrà” e subito dopo “Caterina da Siena”. Comunque all’interno ho trovato molti spunti di lettura, specialmente delle partigiane che mi sono già appuntata e che leggerò prossimamente.
Vi lascio con la frase di Anna Magnani:

“Al suo truccatore che voleva coprirle le rughe, Anna Magnani replicò: “Lasciamele tutte. Ci ho messo una vita a farmele””. 

mercoledì 21 ottobre 2015

IL DEMONE MESCHINO





TITOLO: IL DEMONE MESCHINO

AUTORE: Fedor Sologub

CASA EDITRICE:Garzanti

N. PAGINE: 310

VALUTAZIONE: 5



Consigliato a chi ha voglia di leggere un russo poco conosciuto che è perfetto sia per gli amanti degli autori russi sia per chi, per la prima volta volesse avvicinarsi a questi grandi autori. Stupendo!”.

TRAMA:Con il personaggio di Peredonov, un insegnante paranoico, vittima e persecutore di una società angusta e squallida, Sologub ha creato un archetipo simbolico di suggestiva follia e di agghiacciante crudeltà. Narrandone l'ossessiva attesa di promozione sociale e i malvagi propositi, l'autore gli affianca un fantasmatico alter ego, il demone Nedotykomka, mostro della ragione o incubo proiettato. Nella vicenda, immersa nelle tonalità cupamente realistiche della provincia russa, lo scrittore alterna sapientemente, assecondato da una perfetta duttilità stilistica, realtà e fantasia, satira e grottesco, commedia e tragedia. Così la scrittura di Sologub rivela la sua vera vocazione. Presentare, nei connotati puntuali di una vita cittadina, una disperata allegoria dell'esistenza umana.


RECENSIONE:Fëdor Sologub, nome d’arte di Fëdor Kuz’mic Teternikov, è un autore pietroburghese purtroppo poco conosciuto in Italia. “Il demone meschino” è un capolavoro e il titolo non ti può preparare al contenuto romanzo. Ero convinta di trovarmi qualcosa di mostruoso o di fantasioso, invece mi sono trovata Peredònov. Peredònov è un insegnante del ginnasio, tra le sue caratteristiche più salienti, oltre ad un bell’aspetto, risaltano: l’essere paranoico (ai massimi livelli), volgare, stupido, irrispettoso nei confronti dei polacchi, ingiusto, cattivo, superstizioso e spesso affiancato dal demone Nedotykomka. Pur avendo tutte queste “doti”, il nostro protagonista è conteso da molte donne del paese. Sologub presenta, in maniera sublime, le vicende di un piccolo paese russo (il romanzo è stato pubblicato nel 1905), dove le persone sono bigotte, invidiose, pettegole e religiose. Poco tempo fa ho letto “L’esclusa” di Pirandello e nel piccolo paesino russo ho trovato anche “un po’ di Sicilia”. I personaggi sono molti, ed i nomi russi non aiutano, ma pagina dopo pagina sarà sempre più semplice riconoscerli. Inoltre Sologub di ognuno di loro ci lascia una descrizione minuziosa e dettagliata. C’è Volòdin che sembra un montone, Varvàra sciatta ed imbrogliona, la Verìga calcolatrice e spavalda, le signorine Rutilov, civette e spensierate, la Grusina, pettegola e maligna e il giovane Sasa, ingenuo e timido. Tutto ruota intorno a Peredònov ed alla sua voglia di diventare ispettore. Sologub ci presenta un’opera completa e geniale, dove possiamo trovare realtà e fantasia, satira e grottesco, commedia e tragedia. Spero di avervi convinto ad avvicinarvi a questo autore, io ne sono rimasta incantata. Lo consiglio vivamente.

lunedì 19 ottobre 2015

LA LIBRERIA DI ZIA CHARLOTTE





TITOLO: LA LIBRERIA DI ZIA CHARLOTTE

AUTORE: Thomas Montasser

CASA EDITRICE:Neri Pozza

N. PAGINE: 159

VALUTAZIONE: 2



Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro che porta a poco. Un inizio carino, una trama non ben sviluppata ed un finale che non si può definire tale. Non lo consiglio”.

TRAMA:Mai e poi mai una neolaureata in economia aziendale come Valerie si sarebbe immaginata di ritrovarsi a gestire una vecchia, antiquata libreria dal nome impronunciabile come la "Ringelnatz & Co.". Bella sorpresa le ha fatto sua zia Charlotte! Scomparire dal giorno alla notte, senza dire niente a nessuno, dopo aver lasciato dieci euro in cassa e un bigliettino sul tavolo della cucina... "Sarà mia nipote Valerie a occuparsi di tutto". Occuparsi di tutto?! Del parquet logoro o delle pile di volumi polverosi che si innalzano come giganti davanti alle finestre, impedendo alla luce di filtrare? Oppure dei tavolini traballanti, dei tendaggi di velluto liso e del registratore di cassa che sembra uscito da un film degli anni Trenta? Occuparsi, insomma, di quel "posto antidiluviano"? Lei? Forse poteva essere l'aspirazione di una vecchietta mite e solitaria come Charlotte, che si era cucita addosso quella libreria come un vecchio, elegante vestito sdrucito.


RECENSIONE:Inizio con la premessa che Montasser, prima di questo romanzo, si è dedicato ai libri per bambini. Questo è il suo esordio nel mondo “dei grandi”. I libri per bambini sono una cosa e quelli per gli adulti un’altra. Non sto parlando che un genere sia più difficile di un altro, assolutamente, anzi arrivare ai bambini è forse ancora più difficile che arrivare ai grandi; non posso quindi giudicare il suo operato in quel settore ma posso sicuramente darlo su quello degli adulti. “La libreria di zia Charlotte” parte abbastanza bene, un inizio intrigante, con questa signora che sparisce e la sua giovane nipote che si ritrova a fare gli “onori” della libreria al posto suo. Valerie, la nipote, mi era rimasta subito simpatica, anche se l’autore si è gentilmente dimenticato di descriverla a dovere, quindi non mi sono potuta immaginare la sua Valerie ma una che ho creato io. Ritornando a noi, ero rimasta al punto che la nipote, mi era rimasta simpatica, perché come me amante dell’economia, si è ritrovata nel mondo dei libri, di cui purtroppo però non era un’esperta. Sulla trama non mi voglio pronunciare anche perché ci sarebbe veramente poco da dire. Posso dire che è il secondo libro della casa editrice “Neri Pozza” che mi delude nell’arco di poco tempo… e mi fa perdere un po’ la fiducia in questa casa editrice. Una trama inconsistente e un finale direi incompiuto mi portano a sconsigliare questo romanzo. Oggi per scrivere, ma direi anche nel passato, serve molto di più che qualche titolo interessante e qualche recensione che direi discutibile. Ho deciso di non dare nessun colore perché non saprei davvero in che genere collocarlo!

PERSEPOLIS





TITOLO: PERSEPOLIS

AUTORE: Marjane Satrapi

CASA EDITRICE:Rizzoli-Lizard

N. PAGINE: 354

VALUTAZIONE: 4/5




Consigliato a chi ha voglia di leggere la biografia che non ti aspetti, scritta come un fumetto, così reale, diretta e forte che ci racconta l’Iran e la sua popolazione. La consiglio vivamente”.

TRAMA:Autobiografia dell'autrice che illustra in immagini e parole l'Iran di oggi. Marjane Satrapi è nata a Rasht, Iran, nel 1969. A quattordici anni, dopo l’infanzia passata a Teheran, si è trasferita a Vienna per sfuggire all’oppressione del regime dittatoriale degli ayatollah. Dal 1994 vive in Francia, dove lavora come autrice e illustratrice e collabora a numerosi giornali e riviste.


RECENSIONE:Ho letto molte biografie e autobiografie. Quando le leggi sai già cosa ti puoi aspettare; ci possono essere delle curiosità non conosciute o delle parti così toccanti che non potevi pensare di trovare, ma in linea generale ti trovi un racconto di una vita. Quando ho deciso di leggere “Persepolis” invece quello che mi sono trovata davanti non potevo minimamente immaginarmelo. Marjane Satrapi è nata in Iran nel 1969 ed oggi vive a Parigi. Ha deciso di raccontare la sua storia, per rendere giustizia al popolo iraniano perché per colpa di una parte degli estremisti, tutto il suo popolo è stato catalogato come “terrorista”. Fin qui sembra tutto nella norma, quante persone hanno un trascorso simile al suo, ma, non ho ancora spiegato il lavoro di questa donna. La Satrapi è un’illustratrice ed ha deciso di rendere la sua vita un fumetto. Non amo i fumetti, ho solo un bellissimo ricordo del mio “Topolino” che leggevo da piccola, per il resto non mi sono mai appassionata al genere. Inizialmente scettica, mi sono invece trovata a leggere e sfogliare le pagine con voracità; quello che leggevo ma soprattutto vedevo mi ha colpito. Satrapi affronta il cambiamento del suo paese, come nell’arco di poco tempo la libertà di ognuno è stata diminuita e la donna si è ritrovata in un mondo “nuovo”. In cui intere famiglie fuggono oppure per offrire un futuro ai figli li mandano all’estero. In cui oggi hai tutto e domani non hai niente. In cui pensi che il male sia uno e poi invece capisci che non era quello. In cui una bambina, poi diventata donna ha dovuto affrontare tutto questo. L’intento dell’autrice, che come dicevo prima ha realizzato anche i disegni, è quello di “Si può perdonare ma non si deve dimenticare” e che “di tutta l’erba non si fa un fascio”. Sono molte le edizioni di questo romanzo, io ho avuto la fortuna di leggere l’ultima ovvero quella del 2014 che è la nuova edizione integrale. Coinvolgente, forte e riflessivo. Lo consiglio sia per l’idea originale dell’autrice sia per la portata del suo messaggio.