TITOLO: GLI
INDIFFERENTI
AUTORE: ALBERTO
Moravia
CASA
EDITRICE:Bompiani
N.
PAGINE: 352
VALUTAZIONE: 4/5
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere un libro scritto in puro stile realistico, in cui sono più le volte che vorresti prendere a schiaffi i protagonisti
che altro. E’ proprio vero, l’indifferenza uccide dentro”.
TRAMA:"Gli
indifferenti" è il primo romanzo scritto da Moravia appena diciottenne e
pubblicato nel 1929. Tema principale è la rappresentazione della borghesia nel
momento della decadenza nel passaggio da un'epoca all'altra, con tutti i suoi
più grandi difetti: la superficialità, le ipocrisie e il suo clima di menzogna.
Chi vive in questa società, come i protagonisti del romanzo, sono perciò
"indifferenti" di fronte alla vita, sono degli inetti incapaci di
agire ma solo in grado di subire passivamente ciò che accade. La struttura del
romanzo richiama quella di una pièce teatrale; le vicende si svolgono in due
soli giorni e sempre in interni borghesi che si alternano, descritti in modo preciso
per rispecchiare la vita di chi li occupa, poiché la priorità di Moravia è la
rappresentazione psicologica dei protagonisti.
RECENSIONE:Scritto nel 1929, questo
romanzo rappresenta l'esordio del giovane Moravia nel mondo della letteratura
del Novecento. Non so voi, ma io ho sempre preferito essere amata oppure odiata
piuttosto che rimanere indifferente agli altri; l'indifferenza è proprio
un'emozione, se così si può definire, che reputo intollerabile. Moravia, con il
suo romanzo, ci catapulta in una realtà in cui l'indifferenza la fa da padrone.
Una realtà in cui il pensiero principale dei giovani protagonisti (Carla e
Michele) è "E' la fine", ma pur essendone consapevoli, non riescono
ad uscire dal loro torpore, dallo loro stato di indifferenza. ""Vediamo"
pensava "si tratta della nostra esistenza... potremmo da un momento
all'altro non avere di che vivere materialmente"; ma per quanti sforzi
facesse questa rovina gli restava estranea; era come vedere qualcheduno affogare,
guardare e non muovere un dito"; "Nessuna azione di Leo, per quanto
malvagia, riusciva a scuotere la sua indifferenza; dopo un falso scoppio di
odio, egli finiva sempre per ritrovarsi come ora, con la testa vuota, un poco
inebetito, leggerissimo." Moravia ci racconta la vita della borghesia
fascista; in poco più di 48 ore, ci mostra una realtà che ci fa male. ""Come
si fa?" disse la madre; "non si può mica sempre dire la verità in
faccia alla gente... le convenzioni sociali obbligano spesso a fare tutto
l'opposto di quel che si vorrebbe... se no chi sa dove si andrebbe a
finire."" Il realismo dell'autore non ti lascia indifferente;
vorresti entrare nel romanzo e scuotere i protagonisti, spronarli. Leggi i loro
pensieri ma poi vedi le loro azioni così incoerenti. Un Moravia cinico, amaro e
mai volgare. Già con "Il disprezzo" mi aveva convinto, questo è una
conferma. Non mi ha lasciato indifferente, anzi mi ha fatto riflettere anche
sulla società di oggi; molte persone sono capaci di vivere così, in uno stato
di torpore e pur avendone le possibilità non ne vedano la necessità e la
ragione di uscirci.