TITOLO: PRIMO
AMORE
AUTORE: Ivan
Turgenev
CASA
EDITRICE:La spiga (Tascabili)
N.
PAGINE: circa 120
VALUTAZIONE: 4/5
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere un esempio tipico di
primo amore; quando l’amore ti colpisce per la prima volta e non sai da che
parte rifarti..in puro stile russo!”.
TRAMA:Era
tutto preso da un sentimento indefinibile, in cui c'era di tutto: e la
tristezza, e la gioia, e il presentimento del futuro, e il desiderio, e la
paura della vita. Ma allora non capivo niente di tutto questo e non ero capace
di dare un nome a quello che mi si stringeva dentro - o meglio, gli avrei dato
un solo nome: Zinaida.
RECENSIONE:In
un salotto ci sono tre uomini, al padrone di casa viene in mente che ognuno di
loro, per rendere più piacevole la serata, doveva raccontare la storia del
prima amore. Dei tre sembra però che solo Vladimir Petrovic abbia davvero una
storia non comune da raccontare, ma appena prima di cominciare esordisce con: “E
sia…anzi no! Non mi metterò a raccontare; non ci sono portato: tutto mi diventa
breve e conciso o prolisso e falso, ma se permettete scriverò tutto quel che
ricordo in un quaderno e ve lo leggerò”. Così inizia tutta la storia. Turgenev
con questo racconto riporta ognuno di noi nel suo passato,ma non un passato
qualsiasi, quello ovviamente legato al primo amore. Un amore adolescenziale,
quando l’altro diventa il centro dei nostri pensieri e tutto ruota intorno alla
persona amata. L’inesperienza, la gelosia, la felicità, il dolore e il
batticuore “condiscono” questo racconto. Un racconto in puro stile russo!
TITOLO: MEMORIE
DI UN CACCIATORE
AUTORE: Ivan
Turgenev
CASA
EDITRICE: Garzanti
N.
PAGINE: 380
VALUTAZIONE: 5
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere dei bellissimi racconti,
in puro stile russo che raccontano della Russia di una volta”.
TRAMA:Quando
apparvero, tra il 1847 e il 1850, i racconti raccolti in Memorie di un
cacciatore suscitarono grande impressione nel pubblico, che li lesse come un
atto di denuncia sociale: le condizioni miserevoli dei contadini, il dispotismo
dei proprietari, il processo di impoverimento delle campagne, descritti con
un’evidenza così incisiva da suscitare emozione. I racconti rivelano altri
aspetti dell’arte di Turgenev: il sentimento della natura, il respiro della
steppa, le voci del bosco, i colori del cielo, il mutare delle stagioni. Con
queste Memorie Turgenev non ci offre soltanto un documento importante della
civiltà contadina russa, ma un libro che con straordinaria naturalezza
trasmette al lettore l’impressione della vita.
RECENSIONE:"Memorie
di un cacciatore" è una raccolta di 25 racconti, pubblicati da Turgenev a
metà Ottocento. Pur non essendo amante dei racconti, mi sono avvicinata a
questo testo perché chi me lo aveva consigliato, era una persona di cui mi
potevo fidare..."Difficile scrivere dopo di lui" diceva Tolstoj. L'ispirazione
per questi racconti, viene da esperienze vissute direttamente dall'autore. "Uno
dei principali vantaggi delle caccia, miei cortesi lettori, sta nel fatto che
essa vi costringe a passar di continuo da un posto all'altro, cosa che per un
uomo disoccupato è molto piacevole". I suoi non sono semplici racconti per
intrattenere i lettori, ma sono delle vere e proprie denunce nei confronti del
sistema russo in cui "quel che era vecchio è morto e quel ch'è nuovo non
nasce!". Turgenev racconta le cattive condizioni di vita dei contadini
servi e dei piccoli proprietari terrieri. Ogni personaggio è diverso
dall'altro, ognuno con il suo carattere e con le sue storie. Sono racconti
brevi ma completi. La vecchia Russia, immersa in tutta quella campagna
sconfinata, con le sue tradizioni, i rapporti tra contadini e possidenti, in
una nazione in cui:
"Vivendo allora come
molti vivono in Russia, senza un quattrino, senza stabile occupazione, campava
poco meno che di manna dal cielo".
Turgenev con la sua
scrittura conquista il lettore; è così attento alle esigenze dei suoi
"sostenitori" da rivolgersi molto spesso direttamente ad esso. Descrittivo,
realista ed incisivo, ha conquistato le persone del suo tempo, ma direi anche
quelle del nostro. Alcuni affermano che grazie anche al suo contributo, che ha
colpito molto la popolazione russa, si sia giunti all'abolizione della servitù
della gleba.
Nessun commento:
Posta un commento