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Tolstoj Lev





TITOLO: CHE COS’E’ L’ARTE?

AUTORE: Lev Tolstoj

CASA EDITRICE: Donzelli

N. PAGINE: 249

VALUTAZIONE: 4





Consigliato a chi ha voglia di leggere Tolstoj in versione insolita. E’ indicato sia agli appassionati di arte ma anche a quelli di letteratura. Un Tolstoj privo di freni davvero molto divertente..”
TRAMA:L'architettura, la scultura, la pittura, la musica, la poesia sono forme di quella che comunemente chiamiamo arte. Se prendiamo, ad esempio, l'architettura, vediamo che ci sono edifici modesti che non sono opere d'arte e persino edifici malriusciti con ingiustificate pretese artistiche; come si fa allora a distinguere l'arte da ciò che è semplicemente utile e dai presunti gesti artistici fini a se stessi? In cosa consiste il tratto distintivo di un'opera d'arte? L'arte è quell'attività che produce il bello, non si esita a rispondere, ma cosa s'intende per bello? Di domanda in domanda, Tolstoj passa in rassegna l'evoluzione di concetti di base quali il bello, l'utile, il gusto, la verità, il giusto, attraverso la filosofia, l'estetica, la critica d'arte, la letteratura; senza lesinare esempi concreti, giudizi perentori e stroncature sull'opera di tanti talenti consacrati. L'arte vera, sostiene Tolstoj, è quella che contagia, che è capace di suscitare nell'uomo quel sentimento di gioia nella comunione spirituale con l'artista e con gli altri che contemplano la stessa opera d'arte. In questo modo l'arte può stimolare la convivenza pacifica tra gli uomini mediante la loro libera e gioiosa attività e può dunque contribuire a sopprimere la violenza, facendo in modo che i sentimenti di fratellanza e amore per il prossimo, oggi accessibili solo ai migliori, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti.


RECENSIONE:Arrivati alla conclusione di questo testo, a primo impatto, molti potrebbero definirlo un libro che si odia o si ama. Questi sentimenti potrebbero scaturire dalla concezione “molto” forte di arte da parte di Tolstoj che non accetta scappatoie e vede la sua idea come unica. Questo saggio è stato pubblicato nel 1897, ed è stato preparato nel corso di più anni, tra cui è intercorsa anche la crisi spirituale che colpì l’autore agli inizi degli anni ’80 dell'ottocento. Per Tolstoj, l’arte è solo e unicamente espressione della coscienza religiosa dell’uomo. Forse se mi fossi fermata anch’io a questa considerazione, probabilmente, avrei odiato questo libro o l’avrei considerato parziale. Ma come si può ben capire dal titolo di questa recensione, qui Tolstoj si mostra diretto, “senza peli sulla lingua” e non le manda a dire a nessuno, ci pensa lui. Critico, spietato e risoluto. Ho apprezzato tantissimo il fatto che non si sia messo a criticare fra le righe ma che invece abbia messo nomi e cognomi dei vari autori e colleghi da lui disprezzati e ovviamente senza dimenticare di elogiarne altri. Chi non ha superato il suo “esame” è stato letteralmente massacrato. Fra gli altri non ho potuto non ridere sulle sue opinioni sui poeti maledetti, la mia insegnante delle superiori mi ci fece stare mesi… Altra cosa che ho apprezzato tantissimo è che prima di tutto quando parla di arte, si riferisce ad essa, come all’insieme di tutte le arti (pittura, musica, scultura, poesia ecc..) senza distinzione fra minori o maggiori. E’ il suo attacco diretto agli autori (senza escludere nessuno, neppure lui medesimo) è esilarante e divertente:"Tutti i versi di questi autori sono ugualmente incomprensibili, oppure si capiscono solo in parte e a prezzo d'un grave sforzo";
“E’ perciò affermare che un uomo non capisce la mia arte perché è ancora troppo sciocco significa peccare e scaricare le proprie colpe addosso agli altri”.
Inoltre inneggia l'arte popolare, quella che non ha bisogno di spiegazioni ma che è subito compresa da tutti. “Ma un’opera d’arte si distingue da ogni altra attività spirituale proprio perché il suo linguaggio è comprensibile per tutti, perché trascina tutti senza distinzioni”. 

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