TITOLO: IL
LIBRO DELL’INQUIETUDINE
AUTORE: Fernando
Pessoa
CASA
EDITRICE: Feltrinelli
N.
PAGINE: 279
VALUTAZIONE: 5
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere un libro non semplice ma
che colpisce profondamente il lettore”.
TRAMA:'Il
libro dell'inquietudine' di Fernando Pessoa contiene le centinaia di
riflessioni del più celebre eteronimo dell’autore, Bernardo Soares, raccolte in
maniera disordinata e “aperta”, in una sorta di “zibaldone”. Tragico, ironico,
profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull’anima, ma
anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le
emozioni che egli osserva intorno e dentro di sé. Figura tragica e
imprescindibile del nostro Novecento, Soares alias Pessoa scrive del proprio
dolore con onestà e con una forza comunicativa che, nonostante l’incredibile
delicatezza, riesce a tratti violenta e struggente. Soares il fragile, l’acuto,
il silenzioso, abita la vita nei suoi toni più grigi, eppure l’ama come un
vizio, come una droga, come una passione a cui non ci si può sottrarre, alla
ricerca di un equilibrio perduto che, suo malgrado, non troverà.
“Un raggio di sole, una
nuvola il cui passaggio è rivelato da un’improvvisa ombra, una brezza che si
leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il
riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza
senso i geroglifici infranti delle stelle”.
Durante la lettura, un'inquietudine costante mi ha "invaso"; oltre alla difficoltà del linguaggio, molto difficile è anche seguirlo perché i frammenti non sono in ordine cronologico, ma seguono la logica del curatore di turno. Non è una lettura per tutti, e direi che va letta in un momento di tranquillità emotiva. La densità, il linguaggio e i temi trattati non sono dei più semplici. Inquietudine, insoddisfazione, ricerca continua di un equilibrio, tristezza e profondità, accompagnano queste pagine sconnesse, ambientate a Lisbona. Visto come questo libro mi ha toccato profondamente, non posso fare a meno di consigliarlo a tutti o almeno provateci e leggetene qualche passaggio perché non è facile dimenticarlo e non rimanere affascinati dal rispetto che ha per ogni singola parola che usa, trasformando anche le più semplici, unite nelle sue frasi, in qualcosa d’indimenticabile da leggere. Non mi credete? Vi lascio con qualche piccolo frammento...
Durante la lettura, un'inquietudine costante mi ha "invaso"; oltre alla difficoltà del linguaggio, molto difficile è anche seguirlo perché i frammenti non sono in ordine cronologico, ma seguono la logica del curatore di turno. Non è una lettura per tutti, e direi che va letta in un momento di tranquillità emotiva. La densità, il linguaggio e i temi trattati non sono dei più semplici. Inquietudine, insoddisfazione, ricerca continua di un equilibrio, tristezza e profondità, accompagnano queste pagine sconnesse, ambientate a Lisbona. Visto come questo libro mi ha toccato profondamente, non posso fare a meno di consigliarlo a tutti o almeno provateci e leggetene qualche passaggio perché non è facile dimenticarlo e non rimanere affascinati dal rispetto che ha per ogni singola parola che usa, trasformando anche le più semplici, unite nelle sue frasi, in qualcosa d’indimenticabile da leggere. Non mi credete? Vi lascio con qualche piccolo frammento...
“Preferisco una sconfitta
consapevole della bellezza dei fiori, piuttosto che una vittoria in mezzo ai
deserti, una vittoria colma della cecità dell’anima, di fronte alla sua nullità
separata”
“Desidero ciò che non
desidero e abdico a ciò che ho. Non posso essere niente e non posso essere
tutto: sono il ponte di passaggio fra ciò che non ho e ciò che non voglio”.