Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

mercoledì 30 settembre 2015

NON C'E' NIENTE CHE NON VA, ALMENO CREDO





TITOLO: NON C’E’ NIENTE CHE NON VA, ALMENO CREDO

AUTORE: Maddie Dawson

CASA EDITRICE: Giunti

N. PAGINE: 384

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere non la solita letteratura rosa. Lo definirei più un romanzo con sfumature rose, in cui si affrontano tematiche importanti, cambiamenti decisi e situazioni non semplici. Molto piacevole”.

TRAMA:È sabato mattina e Rosie e Jonathan sono a letto quando il telefono inizia a squillare senza tregua. Ancora non sanno che quella telefonata di per sé insignificante manderà all’aria tutta la loro vita. Più che quarantenni, Rosie e Jonathan sono gli unici fra i loro amici a non aver messo su famiglia e a vivere da eterni fidanzati. Impossibile immaginare che a pochi giorni da quel sabato Jonathan si inginocchierà davanti a Rosie chiedendole di sposarlo e seguirlo in California. Ma il destino è sempre pronto a stuzzicarci e quando Rosie sarà messa di fronte a un’altra scelta cruciale, dovrà per forza decidere quale partita giocare.


RECENSIONE:Rosie per una vita si è sempre adattata alla sua, senza fare grandi cambiamenti sconvolgenti, quando, non a causa sua, piomba nel suo rapporto con Jonathan qualcosa di imprevisto che manda in frantumi tutte le sue certezze. Rosie incomincia ad accorgersi che tutto quello di cui prima non sentiva la mancanza, ora si presenta in maniera “prepotente” nella sua vita. Si trova a dover affrontare una fase della sua vita inedita, per fortuna accompagnata da dei valorosi compagni, prima fra tutti la strepitosa nonna e un “amico” davvero speciale. Riuscirà la confusa Rosie a mettere ordine nella sua vita? Consiglio questo romanzo, è davvero piacevole e l’ho letteralmente divorato. Sono molti i temi affrontati, fra cui i rapporti omosessuali, un papa contro tutti e priorità che nel corso della vita cambiano. 

ASPETTANDO I BARBARI




TITOLO: ASPETTANDO I BARBARI

AUTORE: J. M. Coetzee

CASA EDITRICE: Einaudi

N. PAGINE: 198

VALUTAZIONE: 4/5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro che ci faccia riflettere e ci faccia capire da che parte sta il bene ed il male. Un libro forte, lascia poco all’immaginazione”.

TRAMA:Un magistrato bianco, che per decenni si è occupato degli eventi del piccolo insediamento di frontiera in cui vive, ignorando la guerra tra i barbari e l'Impero che pure incombe sulla cittadina, si trova all'improvviso a confrontarsi con la realtà: dapprima comincia a simpatizzare con i prigionieri angariati durante gli interrogatori, poi si innamora di una di loro, una barbara. Tanto l'amore quanto la dura condizione carceraria lo spingono a compiere, finalmente, un atto di ribellione.

RECENSIONE:Coetzee, Premio Nobel per la Letteratura nel 2003, è uno scrittore sudafricano bianco. "Aspettando i barbari" è stato scritto e pubblicato nel 1980, in piena Apartheid, di cui lo scrittore era uno dei maggiori oppositori. Con questo testo, Coetzee, ci porta a riflettere ed a domandarci: ma quali sono i veri barbari? "Aspettando i barbari" ci racconta la storia di un magistrato bianco, il cui lavoro consisteva  nell'amministrare un piccolo paesino di frontiera. La frontiera che divide l'impero dai barbari. Dopo tantissimi anni di pace, dalla capitale arriva la Terza Divisione, una delle più spietate, con a capo il Colonnello Joll, che porta la voce che i barbari cominciano a premere lungo la frontiera e con la missione di fermarli. Questa sembra proprio una buona motivazione per torturare tutti quelli che trovano. Coetzee con questa opera ci lascia una vera e propria lezione di vita; gli occhi ci vengono aperti con l'intento di guardare oltre le apparenze al punto da chiedersi da che parte della frontiera sono i barbari. Il suo protagonista inizialmente viveva nell'opacità, ma arriva ad un punto, "nel silenzio di quel chiaro mattino scopro un sentimento oscuro annidato ai confini della mia coscienza", in cui decide di stravolgere la sua vita ed attuare una propria ribellione. E' un libro che consiglio, non è una lettura semplice, è molto intenso e riflessivo e bisogna interpretarlo con l'idea e le emozioni che l'autore viveva e provava in quel determinato periodo. La crudeltà, l'indifferenza e il "credere alle voci", sono gli elementi caratterizzanti di quest'opera.
Vi lascio con questa frase:

"Su tutte le facce che ho intorno, perfino su quelle sorridenti, vedo la stessa espressione: non c'è odio, né sete di sangue, ma una curiosità così intensa che sembra prosciugare i corpi, lasciando vivi solo gli occhi, organi di un nuovo, sconvolgente appetito".

martedì 29 settembre 2015

MEMORIE DI ADRIANO





TITOLO: MEMORIE DI ADRIANO

AUTORE: Marguerite Yourcenar

CASA EDITRICE:Einaudi

N. PAGINE: 354

VALUTAZIONE: 5



Consigliato a chi ha voglia di leggere un capolavoro. Un libro che non si dimentica facilmente, in cui un’autrice mette a nudo i pensieri e le azioni di un grande uomo”.

TRAMA:Ricostruendo le memorie dell'imperatore romano, Marguerite Yourcenar ha voluto "rifare dall'interno quello che gli archeologi del secolo scorso hanno fatto dall'esterno". Ne risulta così un libro che è al tempo stesso un romanzo, un saggio storico, un'opera di poesia. Giudicando la propria vita di uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, ereditato dai Greci, gli fa capire l'importanza di pensare e di servire sino alla fine.

RECENSIONE:Una Margherita Yourcenar strepitosa, ci racconta, anzi ci fa raccontare direttamente dall'Imperatore Adriano, le sue memorie.
"Mi dicevo che a Roma mi attendevano due soli affari importanti: uno era la scelta del mio successore, che interessava tutto l'impero, l'altra era la mia morte, e concerneva me solo".
Un uomo che dopo una vita vissuta appieno, decide di lasciare le sue memorie ad un giovane Marco Aurelio, ma soprattutto le scrive per "conoscersi meglio prima di morire". Quello che l'autrice ci presenta è considerato da molti un capolavoro e posso dire che anch'io lo ritengo tale. Tra finzione e molta realtà (la Yourcenar, basta vedere la sua biografia, è sempre stata una donna che prima di realizzare un'opera si è sempre documentata in maniera approfondita), l'Imperatore ci viene presentato oltre che come uomo storico, con le sue vittorie e conquiste, soprattutto come essere umano, con il suo carattere, le sue debolezze, i suoi amori, la sua forza e il suo spirito. Per realizzare questa opera, l'autrice ci ha impiegato quasi trent'anni; iniziato da lei ventenne, venne ripreso più volte.
"Comunque, ero troppo giovane, ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant'anni".

La cosa che colpisce è lo stile con cui ha deciso di scrivere questo testo; la Yourcenar ce ne spiega la sua scelta: "Se ho voluto scrivere queste Memorie di Adriano in prima persona è per fare a meno il più possibile di qualsiasi intermediario, compresa me stessa. Adriano era in grado di parlare della sua vita in modo più fermo, più sottile di come avrei saputo farlo io". Lo consiglio vivamente. Uno di quei libri che almeno una volta nella vita vanno letti.

lunedì 28 settembre 2015

DIO D'ILLUSIONI




TITOLO: DIO D’ILLUSIONI

AUTORE: Donna Tartt

CASA EDITRICE: Bur

N. PAGINE: 622

VALUTAZIONE: 4





Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro particolare, con uno stile eccezionale, lungo, non crea dipendenza ma si legge bene”.

TRAMA:Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d'amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza. Per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato...


RECENSIONE:Donna Tartt è una scrittrice che quando si mette a scrivere, lo fa sul serio, visto che per ogni romanzo gli occorre un decennio. Non lascia niente al caso ed ogni suo pensiero diventa parola. Il suo stile mi affascina, ma mi lascia anche perplessa; è veramente tutto necessario quello che scrive? Arrivati alla fine mi sono risposta che probabilmente se avesse tolto anche qualcosina, il risultato non sarebbe stato lo stesso. "Dio di illusioni" è il titolo italiano, mentre quello originale è "The secret history"; per una volta preferisco il nostro, molto più accattivante e rappresentativo. Il romanzo racconta le vicende che sono accadute in un college esclusivo americano, nel Vermont; di sei ragazzi, gli unici iscritti al corso di greco e di quello che le illusioni, il poco buonsenso e l'irrealtà della vita, possono trasformare qualcosa di "perfetto" in tragedia. Donna Tartt gioca molto con l'equilibrio, e di come una scelta possa far pendere l'ago della bilancia dalla parte sbagliata. Il protagonista è anche il narratore, che racconta la storia con descrizioni e dettagli davvero minuziosi, lasciando ben poco all'immaginazione e alla fantasia. I personaggi sono descritti così bene da risultare quasi tangibili, reali. Leggendo la biografia della scrittrice ho trovato che anche lei ha frequentato il college; ora la domanda mi sorge spontanea: "Le sue descrizioni sono dettate dall'esperienza personale o da altre cose?" Perché me la sono posta? Semplice, perché per quasi 3/4 del romanzo, i personaggi o sono ubriachi, o sono sotto effetto di farmaci o altro...Non proprio una bella immagine dei college e dei loro frequentatori. E' un romanzo che non si può definire né giallo, né thriller. Non si legge velocemente (oltre 600 pagine), non tanto per la quantità delle pagine, ma per lo stile dell'autrice. Ti ritrovi a voltare pagina, non tanto perché non ne puoi fare a meno, ma perché devi continuare, è un'attrazione particolare. Non crea dipendenza, ma mi sento di consigliarlo comunque. Vi lascio con questa frase: "In passato avevo amato quell'idea, che la nostra azione, cioè, fosse servita a unirci: non eravamo amici normali, bensì amici per la vita e la morte. Tale pensiero aveva rappresentato il mio solo conforto nel periodo successivo all'assassinio di Bunny: ora mi dava la nausea il sapere che non c'era via d'uscita. Ero legato a loro, a tutti loro, in modo definitivo”.

sabato 26 settembre 2015

UNA LUNGA ESTATE CRUDELE




TITOLO: UNA LUNGA ESTATE CRUDELE

AUTORE: Alessia Gazzola

CASA EDITRICE: Longanesi

N. PAGINE: 313

VALUTAZIONE: 4/5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro davvero divertente, con sfumature di giallo ma anche di rosa. Ricordo che è il quinto della serie l'Allieva, quindi sarebbe preferibile leggere prima gli altri".

TRAMA:Alice Allevi, giovane specializzanda in medicina legale, ha ormai imparato a resistere a quasi tutto. Da brava allieva, resiste alle pressioni dei superiori, resiste alle sindromi che spesso affliggono il suo cuore in sospeso, diviso tra due uomini tanto affascinanti quanto agli opposti caratteriali. Alice resiste, o ci prova, all’istinto di lanciarsi in folli teorie ogni volta che, segretamente, collabora alle indagini del commissario Calligaris. Ma è difficile resistere a tutto questo insieme quando Alice incappa in un caso che minaccia di coinvolgerla fin troppo. Il ritrovamento del cadavere di un giovane attore teatrale, che si credeva fosse scomparso e che invece è stato ucciso, è solo il primo atto di un’indagine complessa in cui Alice deve fare i conti con una galleria di personaggi che nascondono cose inconfessabili.


RECENSIONE:Quinto capitolo della serie Alice Allevi (ovvero l'Allieva) dell'italiana Alessia Gazzola. La nostra (ormai dopo cinque libri inizia a diventare davvero familiare) specializzanda in medicina legale sta diventando un'investigatrice sempre più brava, di cui ormai l'ispettore Calligaris non riesce proprio a farne a meno. Bistrattata dai suoi capi, in particolare dalla Wally, si ritrova anche a dovere fare da tutore ad una nuova allieva. Questa volta il mistero da risolvere è davvero interessante. Le indagini ruotano intorno al ritrovamento di un cadavere nascosto all'interno di un teatro, da ben 25 anni. Un cold case davvero difficile considerato poi che alla vicenda si aggiungono anche altri episodi presenti. La cosa che come sempre provoca grandi "grattacapi" alla nostra Alice, oltre all'indagine, è l'amore ed il duetto diventa quasi un triangolo. Il medico legale Claudio è diventato CC, Arthur è l'innominabile ed ora si aggiunge anche l'antropologo forense Sergio Einardi. Sempre più incasinata! Fra pasticci, trovate geniali e la strepitosa nonna Amalia, non vi annoierete a leggerlo. Dopo "Le ossa della principessa" che avevo trovato un pò fiacco, sono felice che la Gazzola con questo si sia riscattata. Ogni volta che mi ritrovo a leggere un suo libro non posso far a meno di ridire e passare del tempo in maniera davvero rilassata e piacevole. Per gli amanti di gialli e thriller voglio avvertirli che questo è un giallo, ma con sfumature di rosa! Lo consiglio, anche se prima andrebbero letti anche gli altri.

giovedì 24 settembre 2015

IL BACO DA SETA





TITOLO: IL BACO DA SETA

AUTORE: Robert Galbraith

CASA EDITRICE:Salani

N. PAGINE: 555

VALUTAZIONE: 5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un ottimo giallo con lo stile di un tempo ma ambientato ai giorni nostri. Con indizi celati, colpi scena e un ottimo investigatore con assistente!".

TRAMA:Il baco da seta, seguito de Il richiamo del cuculo, è il secondo romanzo della serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la sua assistente, la giovane Robin Ellacott. Quando lo scrittore Owen Quine scompare, sua moglie assume l’investigatore privato Cormoran Strike. Lo scrittore ha appena terminato un manoscritto pieno di ritratti al vetriolo di quasi tutte le persone che conosce. Se fosse pubblicato, il libro rovinerebbe molte vite: perciò sono in tanti a voler zittire lo scrittore. E quando Quine viene ritrovato morto, brutalmente assassinato in circostanze bizzarre, Strike si trova in una corsa contro il tempo per capire il movente di un assassino spietato, diverso da tutti quelli che ha incontrato finora.


RECENSIONE:Dopo "Il richiamo del cuculo", la Rowling torna con "Il baco da seta". Cambia la trama ma non i protagonisti; l'investigatore privato Cormoran Strike e la sua assistente Robin sono sempre in azione, alla ricerca di nuovi indizi. La trama è più avvincente del precedente. Strike viene ingaggiato dalla moglie dello scrittore Owen Quine perché ormai di lui si sono perse le tracce una decina di giorni prima. Il mistero si infittisce perché sembra proprio che la scomparsa dello scrittore sia legata a "Bombyx Mori" (la traduzione latina di Baco da seta). Bombyx Mori è l'ultimo libro di Quine, un libro che "fra le righe" mette in cattiva luce diverse persone famose raccontandone particolari imbarazzanti e compromettenti. Un solo problema, il libro non è stato mai dato alle stampe e quindi il cerchio si restringe ai soli pochi che lo hanno letto che guarda caso sono proprio le persone coinvolte nel libro. Ognuno di loro ha più di uno "scheletro" nell'armadio e Strike si ritroverà a dover vedere un pò più chiaro in tutta questa "nebbia". La Rowling (o Galbraith) è propria brava. Scrive i gialli come quelli di una volta; il lettore non si deve scervellare pensando a chi sarà la prossima vittima (come spesso succede in molti altri libri), ma dovrà scervellarsi sperando di non perdersi nessun indizio. Credetemi mi sono impegnata, ma la scrittrice con i suoi indizi/depistaggi mi ha traviato e non mi ha fatto scoprire il colpevole. Un'altra cosa che ho veramente apprezzato è il fatto che in questo secondo capitolo vengono anche approfondite le vite ed i caratteri dei due protagonisti. Mi sono affezionata a Strike e Robin e non vedo l'ora di leggere il prossimo libro. Intrigante, può creare dipendenza, scorrevole e non prevedibile.

martedì 22 settembre 2015

L'ABBAZIA DEI CENTO DELITTI




TITOLO: L’ABBAZIA DEI CENTO DELITTI

AUTORE: Marcello Simoni

CASA EDITRICE: Newton Compton

N. PAGINE: 375

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un buon romanzo storico, con intrighi, colpi di scena ed imprevisti. Molto piacevole e si legge velocemente”.

TRAMA:Ferrara, 1347. Il cavaliere Maynard de Rocheblanche sta indagando sulla truce morte del monaco Facio di Malaspina, collegata alla ricerca del leggendario Lapis exilii. Per far luce sulla vicenda, Maynard deve accedere alla corte estense e guadagnarsi la fiducia del marchese Obizzo, signore di Ferrara. Intanto, nella vicina abbazia di Pomposa, l’abate Andrea assiste impotente alla fuga del suo protetto, il giovane miniaturista Gualtiero de’ Bruni, diretto ad Avignone con la speranza di ritrovare la madre. Ma l’inaspettato dilagare della peste nera sovverte i piani di tutti, in particolare quelli di Maynard, che si vede costretto ad affidare i segreti della sua indagine a qualcun altro… Il custode prescelto saprà salvaguardare il mistero del Lapis exilii e proteggerlo dalle brame di chi vuole scoprire ciò che deve rimanere nascosto?


RECENSIONE:“L’abbazia dei cento delitti” di Marcello Simoni, è il secondo romanzo della saga “Codice Millenarius”. Mi sono ritrovata immersa in questo libro senza aver prima letto il precedente, ma grazie a tutti i riferimenti di Simoni, sono riuscita a seguire molto bene la trama. I personaggi sono molti e si trovano sparsi fra Ferrara (e dintorni) e Francia (Avignone e Reims). Il romanzo è ambientato fra il 1347 e il 1348. Tutto ruota intorno al segreto del Lapis Exilii. In molti sono a cercarlo, fra i più agguerriti troviamo il valoroso cavalieri francese Maynard de Rocheblanche e il cardinale Du Pouget. Fra gli altri personaggi risaltano l’abate Andrea, il giovane Gualtiero, la giovane Isabeau, Eudeline, sorella di Maynard e il marchese Obizzo d’Este. Fra intrighi, ricatti e continui colpi di scena, Simoni ci riporta nella Ferrara di un tempo, alla corte degli Este, senza farci dimenticare la peste che devastò l’Europa in quegli anni e la corruzione della chiesa. Un libro che si legge velocemente, in ogni pagina succede qualcosa. Nessuna digressione, solo fatti. Forse qualche dettaglio in più l’avrei preferito; a volte ero così intrigata da un passaggio che però, dopo neanche dieci righe, era finito e mi ritrovavo già da un’altra parte. Un grande scrittore di storici medioevali, che per le sue ambientazioni ed i suoi contenuti, mi ha ricordato un po’, sia Ken Follett (anche se le stupefacenti descrizioni storiche di Follett sono un po’ difficili da eguagliare) che Dan Brown.

lunedì 21 settembre 2015

SO DOVE SEI




TITOLO: SO DOVE SEI

AUTORE: Claire Kendal

CASA EDITRICE: Garzanti

N. PAGINE: 325

VALUTAZIONE:4/5





Consigliato a chi ha voglia di leggere un bel thriller psicologico che va ad affrontare un tema di cui si parla molto: lo stalking”.

TRAMA: È lui. Ancora lui. Sempre lui. Clarissa lo sa. Non c'è bisogno di ascoltare la segreteria telefonica. Di leggere l'ennesimo messaggio che lampeggia sullo schermo del cellulare. Di scartare i regali che continuano ad arrivare, indesiderati. Il suo volto, i suoi occhi sono dappertutto: qualsiasi cosa lei faccia, lui la sta guardando. Nulla, dopo quella notte, è più come prima. Quando Clarissa ha accettato di uscire a cena con Rafe, un collega dell'università, l'ha fatto un po' per cortesia, un po' per svagarsi. Mai avrebbe immaginato che quelle poche ore potessero stravolgere la sua esistenza. Soprattutto perché lei, di quella notte, non ricorda più nulla. Ma da allora qualcosa nel comportamento dell'uomo è cambiato, è sempre più assillante. Lo spazio intorno si è come svuotato, lasciandoli pericolosamente soli. L'unica via d'uscita sembra venire dalla convocazione a far parte della giuria di un processo. Clarissa deve isolarsi dal mondo esterno, rendersi irreperibile, negarsi a ogni contatto. Al sicuro tra le mura del tribunale, si sente protetta, riesce addirittura a farsi degli amici. Ma l'illusione dura poco. Rafe riesce a raggiungerla anche lì. E man mano che il caso su cui è chiamata a esprimere il proprio giudizio comincia a mostrare più di una somiglianza con quanto sta vivendo in prima persona, Clarissa si rende conto che se vuole liberarsi dalla paura deve controbattere colpo su colpo.

RECENSIONE: " E' assurdo che io pensi di poter fare una cosa normale come andare in un negozio vicino al tribunale. E' stupida la mia smania di respirare aria fresca, solo per qualche minuto, di andare e tornare a piedi. Sono sciocca a rifiutarmi di rinunciare ai gesti comuni." Nella vita di Rafe esiste una sola persona a cui lui dedichi tutte le sue attenzioni, tutti i suoi istanti di vita, tutti i  suoi pensieri, continuamente. Penserete che Clarissa è veramente una donna molto fortunata, senza volerlo è riuscita ad attirare l'attenzione di un uomo rispettato, un docente universitario; una persona a prima vista molto affidabile, insospettabile, ma spesso proprio dietro a questo "quadro" si ritrova la persona che non vorresti aver mai conosciuto...Claire Kendal con il suo "So dove sei" ci racconta quello che molte donne (ma ultimamente anche gli uomini) hanno o stanno ancora subendo. Come forse avrete capito, questo libro parla di stalking e Clarissa si ritrova a dover affrontare continuamente le attenzioni, da lei non volute, del suo stalker Rafe. La protagonista si ritrova a dover rinunciare ad ogni gesto comune, come andare a fare la spesa o una passeggiata, che per lei diventano delle vere e proprie imprese, perché ogni attimo è buono per Rafe. Non solo la difficoltà di vivere in uno stato costante di paura ed ansia, ma soprattutto la difficoltà di farsi credere dagli altri perché come molti ben sanno gli stalker sono spesso persone "molto rispettabili". La Kendal ci racconta con un realismo sorprendente la forza di una donna che cerca di fare di tutto per sopravvivere e il fatto di partecipare, come giurata ad un caso analogo al suo, gli fa capire che non sempre la giustizia aiuta i "buoni". Con un crescendo di adrenalina, ci ritroviamo immersi in questo thriller psicologico in cui l'autrice non tralascia niente e che non può lasciarci indifferenti. La sua scrittura è reale e intensa e il fatto che questo sia un esordio, fa promettere molto bene per il futuro. Vi lascio con questa frase: "Come tutte le migliori fate madrine, la signorina Norton è autoritaria. Si alza in piedi per andarsene...ma non senza avermi dato un ultimo ordine. Non aspettare troppo, mia cara.". 

WILD




TITOLO: WILD

AUTORE: Cheryl Strayed

CASA EDITRICE: Piemme

N. PAGINE: 403

VALUTAZIONE: 5





Consigliato a chi ha voglia di leggere un bellissimo racconto di viaggio, in cui una donna per ritrovarsi, deve perdere tutto quello che ha..”

TRAMA: Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta. Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l'America selvaggia per oltre quattromila chilometri, tra montagne, foreste, animali, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo. Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza tutto il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente. Una storia di avventura e formazione, di paura e coraggio, di fuga e rinascita.


RECENSIONE: 1995, Cheryl Strayed è arrivata ad un "punto di non ritorno"; decide di dare una svolta alla sua vita. La sua svolta si chiama Pacific Crest Trail (PCT). "Un mondo che pensavo avrebbe potuto fare di me la donna che sapevo di poter diventare e al tempo stesso risvegliare la ragazza che ero stata una volta. Un mondo che misurava sessanta centimetri di larghezza ed era lungo 4260 chilometri". A ventisei anni, con zero esperienza di trekking nella natura selvaggia, Cheryl si incammina con mostro (così chiamerà il suo zaino a causa del peso) ed a piedi e in solitudine attraverserà la California. Con la compagnia della natura, degli animali, dei pochi trekker incontrati e soprattutto dei libri, la protagonista (anche autrice del libro) proverà a ritrovarsi. Questo viaggio le insegnerà molte cose. Fra le prime che "la paura, in gran parte è figlia di ciò che ci raccontano e quindi io avevo scelto di raccontarmi una storia diversa da quella che narrano alle donne". Non solo, ma il PCT gli ha insegnato a conoscere i suoi limiti, l'umiltà e la forza di non arrendersi. "Il PCT mi aveva insegnato cos'era un chilometro, ero umile davanti a ciascuno di essi". Con una scrittura davvero eccellente e coinvolgente, la Strayed ci racconta la sua esperienza di "ragazza dei boschi". I suoi momenti no, le sue soddisfazioni, le sue paure e i suoi traguardi. Sono così sentite queste emozioni, da risultare anche un pò nostre. Sono un'amante dei racconti di viaggio, specialmente quando riguardano le donne e questo mi ha veramente colpito. Un viaggio affrontato negli anni in cui internet era ancora poco sviluppato..Schietto, avvincente e profondo; è una lettura che consiglio vivamente. A breve guarderò anche il film uscito da poco.

PROMETTO DI SBAGLIARE



TITOLO: PROMETTO DI SBAGLIARE

AUTORE: Pedro Chagas Freitas

CASA EDITRICE: Garzanti

N. PAGINE: 399

VALUTAZIONE: 2/3




Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro “a pezzi” che interamente non può dare molto ma che preso singolarmente è molto interessante”.

TRAMA: Il locale è affollato e rumoroso. L'uomo è seduto vicino alla finestra e guarda il cielo grigio, annoiato come ogni lunedì mattina. Improvvisamente si volta e lei è lì, di fronte a lui. Gli occhi carichi di stupore e l'imbarazzo tradito dal tremito delle dita che afferrano la borsa. Sono passati anni dall'ultima volta che l'ha vista, il giorno in cui l'ha lasciata. Senza una spiegazione, senza un perché, se n'è andato spezzandole il cuore. Da allora, lei si è rifatta una vita, e anche lui. Eppure solo ora si rende conto di non avere smesso di amarla neanche per un secondo. Per questo, quando lei cerca di fuggire da lui, troppo sconvolta dalle emozioni che la scuotono, l'uomo decide di fermarla. E nel loro abbraccio, in mezzo ai passanti, prometterle di tentare, agire, cadere, sbagliare di nuovo. Amarla. Davvero e per sempre. Questa sembrerebbe la fine, ma non è che l'inizio della loro storia. Perché ogni loro gesto, ogni lettera che si scrivono, ogni persona che incontrano, ha un universo da raccontare. E l'amore è il filo rosso che lega tutto. Quante volte ci siamo chiesti com'era l'amore da cui siamo nati? Come si è sentito nostro padre la prima volta che ci ha tenuto in braccio? L'emozione più grande è quella di ritrovare quello che si è perso e amarlo di nuovo, come se fosse la prima volta.


RECENSIONE:Pedro Chagas Freitas è portoghese, insegna scrittura creativa ed è originale. Le case editrici di tutto il mondo si sono contese il suo romanzo, addirittura con aste agguerrite. "Prometto di sbagliare" si presenta con una copertina ed una trama che non rispecchiano molto il contenuto dell'opera. Freitas sa scrivere, su questo non c'è dubbio, ma la sua scelta stilistica mi ha molto spiazzato. Mi è capitato di leggere dei libri che pur non essendo dei capolavori, erano comunque riusciti nell'insieme a lasciarmi qualcosa; questo romanzo è invece completamente l'opposto. La singola pagina vince sulla totalità. Stargli dietro non è semplice, ogni 2/3 pagine l'autore mette un punto e ricomincia. Pensate in circa 400 pagine quanti piccoli "paragrafi" ci possono essere. E' facilmente comprensibile quindi la geniale trovata pubblicitaria della Garzanti, che consiste nel pubblicare piccoli estratti del romanzo e farli circolare sui social...difficile dopo averli letti non essere tentati...
Io comunque, quando leggo un libro ho la necessità di viverlo e di immaginarmelo. In alcuni paragrafi ero convinta che chi li avessi scritti fosse un uomo, per poi nel bel mezzo della lettura, ritrovarmi qualche riferimento puramente femminile (es. mi sono innamorata) che mi disorientavano. Questo non aiuta il lettore..Sulla trama non mi pronuncio, posso solo dire che non si segue molto bene e che alcune volte mi sono "persa".Insomma, con questo romanzo sono sempre "rimasta con i piedi per terra";: sulla singola parte non ho niente da ridere, ma visto che non è né un racconto, né un'enciclopedia sull'amore... molto poco è quello che mi è rimasto. Sono sicura che ad altri può piacere, l'autore è bravo e spero di poter leggere qualcosa di lui diverso da questo genere. 

PARIGI E' SEMPRE UNA BUONA IDEA



 TITOLO: Parigi è sempre una buona idea

AUTORE: Nicolas Barreau

CASA EDITRICE: Feltrinelli

N. PAGINE: 264

VALUTAZIONE: 3/4





Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro romantico e leggero, in una cornice fantastica come Parigi, sapendo sempre che alla fine, c’è il lieto fine”.

TRAMA: Parigi è sempre una buona idea, si sa. Innamorati o no, vale sempre la pena di fare una passeggiata per le vie della Ville Lumière. Lì, in rue du Dragon, ci si può imbattere in un piccolo negozio con una vecchia insegna di legno, un campanello d'argento démodé sulla porta e, dentro, mensole straripanti di carta da lettere e cartoline illustrate: la papeterie di Rosalie Laurent. Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d'auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un'accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, una fetta di torte au citron nelle giornate storte, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura della papeterie. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che ogni anno, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e lancia in aria un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d'onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un'amara sorpresa.


RECENSIONE: Nicolas Barreau ha il dono di riuscire, tutte le volte che si legge un suo romanzo, a trasmetterti la voglia di tornare o di andare a Parigi. Già la copertina e il titolo sono evocativi. Quest’autore è bilingue (madre tedesca e padre francese); è pubblicato in tedesco e parla sempre di Parigi nei suoi romanzi, con un colpo solo riesce ad accontentare tutta la famiglia.
"Parigi è sempre una buona idea" è il suo ultimo romanzo, ambientato appunto a Parigi. Tutta la storia ruota intorno ad un libro per bambini intitolato "La tigre azzurra". I protagonisti sono tre: Rosalie, l'illustratrice, proprietaria di una cartoleria, è davvero intraprendente, testarda e sognatrice; Max Marchais, è il famoso l'autore del libro e Robert Sherman di New York, insegnante di letteratura, è convinto che il libro non sia di Marchais. Barreau continua a cambiare i suoi personaggi e la trama, ma il suo stile è riconoscibile, tanto che, dopo averne letti altri di lui, direi anche prevedibile. Ho riscontrato che l'autore è molto descrittivo, soprattutto nella parte iniziale e centrale del romanzo, ma quando si arriva sul finale, tende sempre a tirare via..come se non avesse più tempo o spazio per scrivere. Caro Barreau, siamo al sesto romanzo pubblicato, cerca di impegnarti un po’ di più sul finale, perché il resto, a noi inguaribili romantiche piace proprio così.

LA RAGAZZA DEL TRENO




TITOLO: LA RAGAZZA DEL TRENO

AUTORE: Paula Hawkins

CASA EDITRICE: Piemme

N. PAGINE: 306

VALUTAZIONE: 3/4




Consigliato a chi ha voglia di leggere un buon thriller, zeppo di bugie, tradimenti, dubbi e molto alcol. Le protagoniste non sono proprio delle simpatie, ma l’autrice dopo un inizio un po’ lento saprà conquistarvi”.

TRAMA: La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos'ha visto davvero Rachel? Nelle mani sapienti di Paula Hawkins, il lettore viene travolto da una serie di bugie, verità, colpi di scena e ribaltamenti della trama che rendono questo romanzo un thriller da leggere compulsivamente, con un finale ineguagliabile. Decisamente il debutto dell’anno, ai vertici di tutte le classifiche.

RECENSIONE: La vita di Rachel sta andando a rotoli, ancora legata al suo passato, di cui non riesce a liberarsi, vive nella menzogna e "naviga" nell'alcol. Le uniche soddisfazioni della sua vita, al momento, consistono nel chiamare e disturbare il suo ex-marito, ormai risposato con Anna, e guardare ogni giorno dal finestrino del treno. Aspetta sempre che il treno rallenti, in un punto particolare, per potersi godere lo spettacolo e tenere d'occhio la coppia della villetta accanto alla sua ex casa. In loro cerca quello che non può più avere, finché un giorno proprio da quel finestrino vede quello che non avrebbe mai voluto vedere. Paula Hawkins ci presenta un thriller interessante, con un inizio davvero molto lento, tanto dal chiedermi se abbandonarlo o meno, per poi invece continuarlo e ricredermi. Le tre protagoniste dei tre diari non sono proprio un bel trio. Rachel è una donna distrutta che beve così tanto da arrivare al punto di dimenticarsi le propri azioni; Anna è una donna che dopo aver rubato il marito ad un'altra, sta vivendo la maternità e la sua nuova vita non proprio al meglio ed infine Megan, bella, malinconica e sempre alla ricerca di "altro" al di fuori dal matrimonio. Tre donne, tre vite ed un solo finale. Sinceramente tutte non molto simpatiche e per me è stato impossibile preferirne una all'altra. "La ragazza del treno" è un libro che vi coinvolgerà, a volte vi disgusterà ma sicuramente non vi lascerà indifferenti. Lo stile è da migliorare, ma con un esordio così, l'autrice è già a un buon punto e sicuramente sentiremo ancora parlare di lei.