Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

Galdino Diego




TITOLO: VORREI CHE L’AMORE AVESSE I TUOI OCCHI

AUTORE: Diego Galdino

CASA EDITRICE:Sperling & Kupfer

N. PAGINE: 248

VALUTAZIONE: 3


Consigliato a chi ha voglia di leggere una storia d’amore ambientata in Toscana, ricca di descrizioni suggestive e di molte cose non dette”.

TRAMA:Abbarbicata com'è all'antica cinta muraria della Rocca, la casa dei Ferretti è l'invidia di tutti gli abitanti di Cetona, uno splendido borgo immerso nella tranquilla campagna senese. Dalle sue finestre si può ammirare l'intero paese disteso ai suoi piedi, con le case bianchissime e i tetti marroni, la vallata e l'imponente sagoma del Monte Cetona, che sembra così vicina da poter sfiorare la sua vetta con un dito. Sofia e la sua famiglia vivono lì da sempre. Ma, a un passo dall'estate, la bucolica quiete di quelle mura è bruscamente interrotta dall'arrivo di un ospite speciale. Un famoso pittore australiano, Tyron Lane, che ha scelto quelle incantevoli colline come soggetto per i propri quadri. La sua fama di uomo affascinante ma molto schivo, solitario e inquieto lo precede e in paese non si parla d'altro. C'è chi non sopporta i suoi modi asciutti e sbrigativi, chi ne difende il diritto alla privacy, chi è convinto che in fondo tutta quella ritrosia sia di facciata. E poi c'è Sofia che, dopo un primo e fugace momento di ammirazione, ha deciso di non lasciargliene passare nemmeno una. Perché per lei, così solare, istintiva e piena di vita, quell'artista non è riservato ma solo un gran insolente. A casa Ferretti sono tempi duri, e le schermaglie all'ordine del giorno. Tyron e Sofia sembrano appartenere a due mondi diversi. Eppure il loro incontro regalerà a entrambi quello che da tempo stavano cercando: la possibilità di guardare, ancora una volta, l'amore negli occhi.


RECENSIONE:Quarto romanzo di Diego Galdino (classe 1971) e come gli altri dedicato all’amore. Forse abbiamo trovato il nostro Barreau nazionale anche se rispetto all’autore tedesco Galdino è un pochino più acerbo. “Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi” è ambientato nello stupendo paesino toscano di Cetona e nel testo possiamo trovare frasi in puro dialetto. I protagonisti sono Sofia, bellissima insegnante locale, e Tyron Lane, famoso pittore australiano. I due si incontrano nel momento in cui al famosissimo pittore vengono commissionate delle tele proprio con soggetto Cetona e dintorni e il destino ha voluto che proprio la famiglia di Sofia ospitasse il solitario e scorbutico pittore. Con un inizio scoppiettante comincia questa storia. Galdino vive a Roma e come professione (oltre a fare lo scrittore) è proprietario di un bar che tuttora gestisce. Il suo romanzo d’esordio che ancora devo leggere è proprio ambientato in un bar. Partiamo dal presupposto che la letteratura rosa in mano agli uomini mi rende un po’ scettica anche se ultimamente molti si stanno destreggiando in questo genere. La cosa piacevole è sicuramente la capacità dell’autore di “trasportarci” in questo paesino, con i suoi panorami e le sue tradizioni; la pecca invece è lo stile. La storia è divisa in capitoli, che ne facilitano la lettura, ma il contenuto e gli avvenimenti in alcuni punti sono tirati un po’ via. Avrei preferito meno cose ma fatte un po’ meglio. Comunque il libro resta una piacevole lettura, molto leggera e carina. 





TITOLO: IL PRIMO CAFFÉ DEL MATTINO

AUTORE: Diego Galdino

CASA EDITRICE:Sperling & Kupfer

N. PAGINE: 273

VALUTAZIONE: 4


Consigliato a chi ha voglia di leggere una bella storia d’amore, in un contesto magnifico come quello di Roma, ricca di malintesi, colpi di fulmine e tantissimo caffè!!!”.

TRAMA:Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Ogni mattina, all'alba, attraversa le vie della città ancora addormentate, dove si sente il profumo del pane appena sfornato, e raggiunge il suo bar. Lì lo aspetta il primo caffè della giornata, quello dall'aroma più intenso, e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano i clienti affezionati, con cui ogni mattina Massimo saluta la giornata fra tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e un po' di chiacchiere. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso...

RECENSIONE:Visto che la curiosità come si dice è femmina, non ho resistito e ho letto, come avevo anticipato, “Il primo caffè del mattino” e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Siamo a Roma, il barista Massimo (dopo aver letto Malvaldi ed adesso anche Galdino il mio barista tipo si chiama Massimo!) vive per il suo bar, con la sorella Carlotta oltreoceano,la sua famiglia è praticamente composta dagli abitanti del bar. Alle donne ci pensa poco, non è mai stato in grado di innamorarsi finché davanti agli non gli appare una visione..solo che la sua visione parla solamente francese, si chiama Geneviève e il loro primo incontro non parte proprio con il piede giusto. Aiutato dal team del bar Tiberi, in particolare dal Signor Dario, Massimo cercherà di riscattarsi, ma quando l’amore colpisce per la prima volta, la vittima non ne può uscire indenne. Fra malintesi, caffè e tanta Roma vi divertirete a leggere questo romanzo. Come nel precedente (anche se in ordine cronologico questo è il primo), ho molto apprezzato l’utilizzo da parte dell’autore del dialetto, dell’amore nei confronti del caffè (anche l’autore è barista) e dell’arte. Un mix davvero ben fatto che mi ha fatto sentire a casa in una città grande come Roma. Pur avendola visitata molte volte, mi sono appuntata alcune parti che mi ero persa e che presto andrò a vedere. 

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