Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

Calvino Italo





TITOLO: IL VISCONTE DIMEZZATO

AUTORE: Italo Calvino

CASA EDITRICE:Mondadori

N. PAGINE: 100

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro fra realtà e fantasia, che mette in contrapposizione il bene con il male. Leggero, si legge velocemente.

TRAMA:Il narratore rievoca la storia dello zio, Medardo di Torralba, che, combattendo in Boemia contro i Turchi, è tagliato a metà da un colpo di cannone. Le due parti del corpo, perfettamente conservate, mostrano diversi caratteri: la prima metà mostra un'indole crudele, infierisce sui sudditi e insidia la bella Pamela, mentre l'altra metà, quella buona, si prodiga per riparare ai misfatti dell'altra e chiede in sposa Pamela. I due visconti dimezzati si sfidano a duello e nello scontro cominciano a sanguinare nelle rispettive parti monche. Un medico ne approfitta per riunire le due metà del corpo e restituire alla vita un visconte intero, in cui si mescolano male e bene.


RECENSIONE:Siamo negli anni '50 e Calvino decide di iniziare il suo romanzo come se fosse una fiaba, ma al posto del "C'era una volta.." decide di partire con "C'era una guerra". Infatti tutto comincia quando il visconte Medardo di Terralba decide di combattere contro i Turchi al servizio dell'Imperatore e ne ricava: "Gli spararono una cannonata in pieno petto. Medardo di Terralba saltò in aria...a farla breve, se n'era salvato solo metà". Il visconte "era vivo e dimezzato", una parte cattiva e l'altra buona; due parti contrapposte che in ognuno di noi esistono e coesistono ma che separate possano davvero dire la loro. "Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo". La storia/fiaba ci viene raccontata dal nipote del visconte in cento pagine. L'intento di Carlino ovviamente è molto importante e direi anche filosofico, vi lascio con una frase, dell'autore, che rappresenta quello che ci voleva trasmettere:"Avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell'uomo tagliato in due, dell'uomo dimezzato, fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra". Ovviamente lo consiglio, il testo come avrete capito è un pò fantasioso ma molto divertente e anche riflessivo. A volte il cattivo è troppo cattivo, ma anche il buono che è troppo buono può nuocere. 






TITOLO: LA GIORNATA D’UNO SCRUTATORE

AUTORE: Italo Calvino

CASA EDITRICE:Mondadori

N. PAGINE: 84

VALUTAZIONE: 4



Consigliato a chi ha voglia di leggere un Calvino insolito, che ci racconta una sua esperienza di vita e di come una persona dopo un evento forte possa radicalmente cambiare”.

TRAMA:L'attività di scrutatore in un seggio elettorale diventa per il protagonista l'occasione per meditare su se stesso e sulla follia del mondo. Il romanzo realistico di uno spietato osservatore della società. "I temi che tocco con "La giornata d'uno scrutatore", quello della infelicità di natura, del dolore, la responsabilità della procreazione, non avevo mai osato sfiorarli prima d'ora. Non dico ora di aver fatto più che sfiorarli; ma già l'ammettere la loro esistenza, il sapere che si deve tenerne conto, cambia molto le cose." (Dalla presentazione scritta da Calvino nel 1963).

RECENSIONE:"Posso dire che, per scrivere una cosa così breve, ci ho messo dieci anni, più di quanto avessi impiegato per ogni altro mio lavoro." “La giornata d'uno scrutatore" è un romanzo breve (o racconto di 84 pagine), così realista, riflessivo e d'impatto che solamente una persona che in prima persona ha provato, sulla propria pelle, quelle emozioni, poteva scrivere. Il romanzo è ambientato al "Cottolengo" di Torino ("tutti sappiamo la funzione di quell'enorme ospizio, di dare asilo, tra i tanti infelici, ai minorati, ai deficienti, ai deformi, giù giù fino alle creature nascoste che non si permette a nessuno di vedere"), luogo che Calvino ha visitato per la prima volta come candidato del Partito Comunista (1953) e poi come scrutatore nel 1961. Le immagini e l'esperienza di quelle due giornate hanno segnato tanto l'autore che ha avuto bisogno di metabolizzare quelle emozioni, per altri due anni, prima di creare questo romanzo. Il protagonista è Amerigo Ormea (alter ego dell'autore) che viene mandato come scrutatore in una sezione del "Cottolengo". Il luogo è per eccellenza una "fabbrica di voti" per la Democrazia Cristiana, dove suore e preti "aiutano" le persone incapaci a votare e in cui Amerigo da buon comunista deve farsi valere. Questo è un romanzo più di riflessione che di fatti. In una sola giornata, Amerigo si ritrova a dover rivalutare il suo pensiero e a rendersi conto che non è più l'uomo che era al mattino. "A tutto ci si abitua, più in fretta di quanto non si creda." Un libro riflessivo, d'impatto e tristemente reale. Un Calvino insolito, che ci racconta la fase di crisi che stava vivendo nei confronti della società e della politica. Non risulta fra le sue opere principali, ma sicuramente questo libri merita una lettura, anche per leggere bene fra le righe quello che l'autore stava cercando di dirci.

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