Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

Moravia Alberto





TITOLO: IL DISPREZZO

AUTORE: Albero Moravia

CASA EDITRICE:Bompiani

N. PAGINE: 262

VALUTAZIONE: 4/5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un romanzo che ci fa riflettere sull’importanza della comunicazione nella coppia e come le cose non dette posso portare a situazioni irreparabili”.

TRAMA:Pubblicato per la prima volta nel 1945, questo romanzo costituisce una tappa fondamentale del viaggio di Moravia attraverso le istituzioni borghesi e il loro scacco. Protagonista è uno scrittore di sceneggiature i cui primi rapporti con la moglie si illuminano e si complicano a contatto con il mondo della produzione cinematografica, della carriera e del successo. A differenza de L'amore coniugale che racconta la storia di un tradimento, Il disprezzo muove da un lato positivo, un caso di fedeltà matrimoniale, per chiarirne tutta la natura di illusione, di reale sconfitta e di profonda, modernissima contraddizione.


RECENSIONE:"Il disprezzo" è un romanzo degli anni '50. Moravia rappresenta la società del tempo; sono cambiati i tempi ed i contesti ma la realtà nel suo insieme, come la descrive lui, è ancora molto attuale. Riccardo Molteni è uno sceneggiatore che ha sempre avuto la passione per il teatro solo che per rendere più agevole e tranquilla la vita della moglie Emilia, decide, per soldi, di accettare di lavorare per il cinema, alle dipendenze del produttore Battista. La sua è una vita normale finché non si accorge di un cambiamento:
"Questa storia vuole raccontare come, mentre io continuavo ad amarla e a non giudicarla, Emilia, invece, scoprisse o credesse di scoprire alcuni miei difetti e mi giudicasse e cessasse di amarmi in conseguenza". Tutte le certezze di Riccardo vanno in frantumi ed il lavoro e la sua vita diventano intollerabili e insostenibili. Questo romanzo è principalmente un'autoanalisi con pochi dialoghi. A tutti nella vita succede di farsi alcune domande, come fa Riccardo: "Come ho fatto per ridurmi così? A che punto sono arrivato?" Moravia ci racconta delle difficoltà di vivere la vita senza più uno scopo, di accettare per necessità lavori senza passione, di come nelle coppie possa mancare il dialogo e la comunicazione. All'interno del romanzo troviamo anche un'interessantissima interpretazione dell'Odissea nei personaggi di Ulisse e Penelope. Moravia scrive chiaro e in maniera sintetica, poche descrizioni (le uniche sono dedicate ai quattro personaggi) e pochi dialoghi. Quello che scrive, arriva. Dopo la fine della lettura, ho continuato a pensare a questo romanzo. Il disprezzo mi ha fatto porre delle domande a cui sto ancora cercando le risposte.







TITOLO: GLI INDIFFERENTI

AUTORE: ALBERTO Moravia

CASA EDITRICE:Bompiani

N. PAGINE: 352

VALUTAZIONE: 4/5





Consigliato a chi ha voglia di leggere un libro scritto in puro stile realistico, in cui sono più le volte che vorresti prendere a schiaffi i protagonisti che altro. E’ proprio vero, l’indifferenza uccide dentro”.

TRAMA:"Gli indifferenti" è il primo romanzo scritto da Moravia appena diciottenne e pubblicato nel 1929. Tema principale è la rappresentazione della borghesia nel momento della decadenza nel passaggio da un'epoca all'altra, con tutti i suoi più grandi difetti: la superficialità, le ipocrisie e il suo clima di menzogna. Chi vive in questa società, come i protagonisti del romanzo, sono perciò "indifferenti" di fronte alla vita, sono degli inetti incapaci di agire ma solo in grado di subire passivamente ciò che accade. La struttura del romanzo richiama quella di una pièce teatrale; le vicende si svolgono in due soli giorni e sempre in interni borghesi che si alternano, descritti in modo preciso per rispecchiare la vita di chi li occupa, poiché la priorità di Moravia è la rappresentazione psicologica dei protagonisti.


RECENSIONE:Scritto nel 1929, questo romanzo rappresenta l'esordio del giovane Moravia nel mondo della letteratura del Novecento. Non so voi, ma io ho sempre preferito essere amata oppure odiata piuttosto che rimanere indifferente agli altri; l'indifferenza è proprio un'emozione, se così si può definire, che reputo intollerabile. Moravia, con il suo romanzo, ci catapulta in una realtà in cui l'indifferenza la fa da padrone. Una realtà in cui il pensiero principale dei giovani protagonisti (Carla e Michele) è "E' la fine", ma pur essendone consapevoli, non riescono ad uscire dal loro torpore, dallo loro stato di indifferenza. ""Vediamo" pensava "si tratta della nostra esistenza... potremmo da un momento all'altro non avere di che vivere materialmente"; ma per quanti sforzi facesse questa rovina gli restava estranea; era come vedere qualcheduno affogare, guardare e non muovere un dito"; "Nessuna azione di Leo, per quanto malvagia, riusciva a scuotere la sua indifferenza; dopo un falso scoppio di odio, egli finiva sempre per ritrovarsi come ora, con la testa vuota, un poco inebetito, leggerissimo." Moravia ci racconta la vita della borghesia fascista; in poco più di 48 ore, ci mostra una realtà che ci fa male.  ""Come si fa?" disse la madre; "non si può mica sempre dire la verità in faccia alla gente... le convenzioni sociali obbligano spesso a fare tutto l'opposto di quel che si vorrebbe... se no chi sa dove si andrebbe a finire."" Il realismo dell'autore non ti lascia indifferente; vorresti entrare nel romanzo e scuotere i protagonisti, spronarli. Leggi i loro pensieri ma poi vedi le loro azioni così incoerenti. Un Moravia cinico, amaro e mai volgare. Già con "Il disprezzo" mi aveva convinto, questo è una conferma. Non mi ha lasciato indifferente, anzi mi ha fatto riflettere anche sulla società di oggi; molte persone sono capaci di vivere così, in uno stato di torpore e pur avendone le possibilità non ne vedano la necessità e la ragione di uscirci.







TITOLO: LA DISUBBIDIENZA

AUTORE: Alberto Moravia

CASA EDITRICE:Bompiani

N. PAGINE: 114

VALUTAZIONE: 3/4




Consigliato a chi ha voglia di leggere un romanzo che parla dell’adolescenza e la sua fase di ribellione. A mio avviso un Moravia più sottotono rispetto agli altri due precedentemente recensiti”.

TRAMA:Edito nel 1948, questo breve romanzo riprende, ampliandola e approfondendola, l'avventura già narrata in Agostino, la guarigione, cioè, attraverso l'iniziazione sessuale, di un adolescente incapace di trovare un vitale equilibrio tra sé e l'ambiente, tra le sue aspirazioni e la realtà. Per risolvere il conflitto causato dalla sua incapacità di adattamento, Luca, il protagonista, ricorre a una continua [leggi tutto ...] e sistematica disubbidienza ai doveri, agli affetti, ai piaceri, fino al rifiuto della vita stessa. Sarà l'esperienza suprema dell'adolescenza, l'incontro con l'altro sesso, a sottrarlo a questo incantesimo negativo indicandogli una alternativa più gioiosa e vitale.

RECENSIONE:"La disubbidienza" fa parte di quel ciclo di opere "tematiche" che caratterizzano l'opera di Moravia. Dopo aver letto "Il disprezzo" e "Gli indifferenti", posso dire che personalmente questo romanzo non è paragonabile agli altri due. Pubblicato nel 1948, ci ritroviamo al cospetto di una famiglia borghese (la borghesia è una "categoria" a cui Moravia riesce difficilmente a rinunciare nelle sue opere...) composta da padre, madre e l'adolescente Luca. L'adolescenza è una fase molto importante della vita ed ognuno di noi la vive in maniera molto personale. Quella di Luca diventa una vera e propria fase di ribellione. Abituato ad assecondare sempre il desiderio degli altri, dopo un episodio che segna particolarmente la sua vita, si ritrova a dover dare una svolta alla sua esistenza. Per lui la rinuncia, la negazione e di conseguenza la disubbidienza diventano una condizione di vita necessaria. Da adolescente modello, con buoni voti a scuola, sempre disponibile nei confronti dei genitori e molto affezionato alle cose materiali, decide di cambiare tutto. Ma non lo fa in maniera subito manifesta ed evidente, no, la sua disubbidienza è qualcosa che va al di là, che lo segna interiormente e ne porta poi le conseguenze esteriormente. "Spesso si domandava perché mai si comportasse in quel modo; e si accorgeva di non poter trovare altro motivo che un puntiglio oscuro, arido, ingrato, del tutto negativo e però quasi insostenibile. "Perché faccio questo?" si domandava. Tra questi contrasti, intanto, il tempo passava." Un Moravia per me insolito, meno piacevole rispetto agli altri ma pur sempre molto riflessivo. Inoltre ho notato un barlume di speranza che finalmente riesco a leggere in lui. Leggere Moravia non è mai una perdita di tempo, ma sicuramente gli altri sono di un livello superiore.

Nessun commento:

Posta un commento