Ogni genere è contraddistinto da un colore, in modo da poterli riconoscere più facilmente. Se vi piace un libro in particolare, controllatene anche l'autore, potreste trovare altre opere interessanti!!!

Grandi storie d'amore




TITOLO: L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA

AUTORE: Gabriel Garcia Marquez

CASA EDITRICE: Mondadori

N. PAGINE: 392

VALUTAZIONE: 5



Consigliato a chi ha voglia di leggere una storia d’amore di quelle che difficilmente si possono dimenticare, una storia in cui un uomo può amore solo una sola donna. Lo consiglio a tutti gli inguaribili romantici come me”.

TRAMA:Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Fiorentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d'amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Fiorentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all'inattesa, quasi incredibile, felice conclusione. Una storia d'amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un'epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell'assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti a una tra le più straordinarie gallerie di personaggi della letteratura contemporanea.


RECENSIONE:Può un uomo amare per cinquant'anni una donna non sua? La risposta ce l'ha data Marquez con la figura di Florentino Ariza. Un uomo che per una vita ha aspettato la sua Fermina Daza. La prima volta che si sono incontrati, lui ha avuto subito un colpo di fulmine, che l’ha tenuto legato a lei per l’intera vita. Due vite che sembravano destinate a stare insieme ma che il tempo, la classe sociale e molte altre cose terranno divisi. Tutto questo però non fermerà mai l'amore di Florentino che continua ad aspettare la sua Fermina tenendosi pronto per quel giorno..se mai quel giorno arriverà.
Una storia d'amore che supera ogni aspettativa, la passione di un uomo che ti fa capire che per amore si è decisi a sopportare molte cose. Con un inizio un po’ lento che in alcuni casi potrebbe scoraggiare il lettore, mi sento invece di chiedere a tutti di dargli una possibilità, di storie così se ne leggono davvero poche.







TITOLO: CYRANO DE BERGERAC 

AUTORE: Edmond Rostand

CASA EDITRICE:Feltrinelli

N. PAGINE: 285

VALUTAZIONE: 5




Consigliato a chi ha voglia di leggere un’opera teatrale che sprigiona amore in ogni sua riga. Un’opera che ci insegna che i belli che non ballano valgano veramente poco”.

TRAMA:L'opera teatrale di Edmond Rostand, pubblicata nel 1897, è ispirata alla figura storicamente esistita dello scrittore secentesco Savinien Cyrano de Bergerac. Si tratta di una commedia che narra le gesta dell'estroso e umorale spadaccino guascone, veloce di spada quanto di parola, nonché dotato di un enorme naso. Un autentico eroe romantico, che sotto la scorza burbera e la spavalderia verso i nemici nasconde del sentimento autentico. Ama infatti di un amore infelice perché impossibile la bellissima cugina Rossana, che a sua volta è innamorata del giovane cadetto Cristiano. Cyrano decide di farsi da parte e di favorire la relazione tra i due. Si mette di mezzo però il potente De Guiche, invaghito di Rossana, e spedisce in guerra Cyrano e Cristiano, che vi troverà la morte. Rossana si ritira allora in convento e solo in punto di morte Cyrano le rivelerà il proprio amore.


RECENSIONE:Cyrano de Bergerac è un’opera teatrale composta da cinque atti. Avendone già letti altri di questo genere, all’inizio ero un po’ perplessa. L’opera si apre con “il teatro nel teatro”; non è un gioco di parole, la prima scena si svolge proprio in un teatro, con numerosissimi personaggi che ti lasciano disorientata al punto da renderti difficile immaginare la scena rappresentata. Ma Rostand riesce a mettere chiarezza quasi subito ed a farti entrare nel vivo dell’opera presentandoti e delineandoti bene, i personaggi principali. Primo fra tutti Cirano, cadetto di Guascogna (gradassi e mentitor senza vergogna), impavido, orgoglioso, fedele e soprattutto poeta. Un uomo, Cirano, perdutamente innamorato della bellissima cugina Rossana, a cui però non si è mai dichiarato a causa del suo aspetto (Voi…voi…avete un naso eh..molto grande). Rossana, oggetto del desiderio di molti uomini, è una donna incline alla bellezza ma che cerca anche la sostanza. Cristiano, appena diventato guascone, è un uomo con un aspetto felice, ricambiato dalla bella Rossana ma che ben presto capisce che senza l’aiuto di Cirano (e delle sue parole) può far ben poca cosa. Molti altri sono i partecipanti all’opera davvero ben fatta. Rostand ci lascia con la sua opera, una lezione molto importante. Non solo ci fa capire l’importanza dell’amicizia e delle fedeltà, ma soprattutto ci apre gli occhi su un tema molto in voga oggi. Un uomo che è “bello ma non balla” ovvero che oltre alla bellezza non ha altra sostanza, è veramente un uomo di poco conto. Ci insegna l’importanza e la potenza dei sentimenti e di come le parole possano scaldare il cuore. Un’opera sentita, ricercata e coinvolgente che non può deludere il lettore appassionato di teatro, di poesia e di storie di un tempo. “..Ahimè, che strano pizzicore mi sento nel petto! O bacio, o convito d’amore il tuo Lazzaro io sono! Quaggiù di te mi scende una briciola; io sento che un poco il cor ti prende. Poi che su quella bocca le sue labbra tremanti baciano le parole ch’io dissi poco avanti.” “La casta Penelope, anche lei, non sarebbe rimasta a ricamar tranquilla sotto il suo tetto, se Ulisse avesse scritto lettere come te. Ma per cercarlo avrebbe, al par d’Elena insana, mandato a spasso i suoi gomitoli di lana".






TITOLO: L’ARTE DI ASCOLTARE I BATTITI DEL CUORE

AUTORE: Philipp Jan Sendker

CASA EDITRICE: Beat

N. PAGINE: 303

VALUTAZIONE: 5



Consigliato a chi ha voglia di leggere una storia d’amore insolita, che vi farà battere il cuore, a volte un po’ ingiusta ma indimenticabile.

TRAMA:La trama e le recensioni di L'arte di ascoltare i battiti del cuore, romanzo di Jan-Philipp Sendker edito da Neri Pozza. A Kalaw, una tranquilla città annidata tra le montagne birmane, vi è una piccola casa da tè dall’aspetto modesto, che un ricco viaggiatore occidentale non esiterebbe a giudicare miserabile. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito ineludibile non la trattenesse lì, in quella piccola sala da tè birmana. Suo padre, avvocato di successo, marito fedele e genitore integerrimo, è scomparso.

RECENSIONE:Questo libro mi ha colpito principalmente per due motivi. Il primo riguarda il contesto in cui è ambientato il romanzo: la Birmania. Ho una passione per i romanzi ambientati in contesti culturali molto diversi dal nostro perché mi piace scoprire la cultura, gli usi e lo stile di vita degli autoctoni. Sendker mi ha fatto scoprire un pò di questo paese, delle sue tradizioni, delle superstizioni con cui la gente vive, dei pregiudizi ma soprattutto del ruolo centrale che svolge la famiglia per ogni individuo.
Il romanzo ci mostra 2 prospettive diverse del paese: la Birmania di oggi vista dagli "occhi" di un'avvocato americano, Julia, giunta li alla ricerca del padre (originario di questo paese) scomparso ben 4 anni prima lasciando le sue ultime tracce qui e l'altra, la Birmania degli anni '30-'40 vista dagli "occhi" di Tim Wind. L'altro elemento che mi ha fatto riflettere, per tutta la lettura, riguarda il motivo cruciale per cui la ragazza ha fatto il viaggio in Birmania.
Dopo aver trovato delle lettere scritte dal padre ad una destinataria a lei sconosciuta Julia si è posta delle domande. Pensiamo davvero di conoscere i nostri genitori oppure una parte di loro a noi è sconosciuta? Cosa hanno fatto i nostri genitori prima di mettersi insieme, come sono state le vite che hanno vissute individualmente e soprattutto siamo così sicuri di volerle sapere?
Nel testo c'è questa bellissima frase:

"Ma ero così sicura che avrei davvero voluto sapere ogni cosa? Sarei riuscita a compatirlo? I figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una loro vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com'erano davvero, prima che arrivassimo noi?" La risposta a queste domande non è facile, io personalmente ho trovato molto difficile rispondere, ma lo scrittore ci riesce nel migliore dei modi. Appassionante, riflessivo, a volte un pò ingiusto, ma con uno stile elegante e originale, non vi pentirete di averlo letto.







TITOLO: PERSUASIONE

AUTORE: Jane Austen

CASA EDITRICE:Newton Compton

N. PAGINE: 321

VALUTAZIONE: 4/5



Consigliato a chi ha voglia di leggere una bellissima storia d’amore in puro stile Austen. Consigliato!”.

TRAMA:Anne Elliot, la protagonista del romanzo, ha sbagliato: da giovanissima, appena diciannovenne, si è lasciata convincere dall’opposizione del padre, Sir Walter, e dalla “persuasione” di Lady Russell a rompere il fidanzamento col giovanissimo ufficiale di marina Frederick Wentworth, amatissimo ma non ricco. Adesso, a ventisette anni, Anne è sola; per di più le sorti economiche della sua famiglia hanno subito un rovescio e il padre è stato costretto a dare in affitto la propria tenuta all’ammiraglio Croft. Ma un giorno l’ammiraglio riceve la visita del proprio cognato, un affermato e facoltoso capitano di marina: è Frederick, e questa volta, otto anni dopo, Anne ha la sua seconda occasione.


RECENSIONE:Persuasione è l'ultimo libro scritto dalla Austen e devo dire che è veramente riuscita a persuadermi. Non è all'altezza di Orgoglio e Pregiudizio (credo che pochi libri possano arrivare a tanto), ma è comunque veramente molto bello. Nel libro possiamo trovare delle caratteristiche che  rappresentano lo stile della scrittrice, che ormai per le fedelissime facili da riconoscere. Troviamo il pregiudizio degli Elliot (esclusa la protagonista), l'orgoglio del protagonista maschile, il sentimento di Anne e la ragione della "classe sociale" che in un buon matrimonio (ovviamente con interessi di titoli e soldi) vede la felicità. La protagonista di Persuasione è Anne Elliot, seconda di tre figlie di Sir Walter Elliot. La diciannovenne Anne è fidanzata con Wentworth, persuasa però dalla famiglia e dall'amica Lady Russell, decide di rompere il fidanzamento perché non ritenuto all'altezza del suo stato sociale. Il destino vuole che otto anni dopo, la situazione economica degli Elliot non sia buona (Sir Walter e la figlia maggiore vivono sperperando le loro risorse) e sono costretti ad affittare la loro grande casa ad una famiglia e trasferirsi a Bath. La famiglia Croft che prende possesso dell'abitazione che altro non è che la sorella di Wentworth, diventato ora il Capitano Wentworth. Anne appena lo sento nominare capisce che otto anni non sono stati sufficienti a dimenticarlo. Anne ormai è una donna matura, che ha capito che non si farà mai più persuadere da altri e che le sue priorità avranno la precedenza su tutto. Proverà ancora dei sentimenti nei suoi confronti il Capitano? Dopo anni in cui la sua famiglia non ha mai considerato la sua opinione, Anne prende in mano la situazione e riesce a non cadere questa volta nel gioco della persuasione (con un cugino che la corteggia offrendogli un matrimonio vantaggioso). Fra incomprensioni, gelosie e romanticismo, la Austen vi farà innamorare di questo libro. Mi è piaciuto molto il ruolo dell'Ammiraglio Croft e di sua moglie (la sorella del Capitano Wentworth) che non si vergognano a dimostrare pubblicamente l'affetto l'uno per l'altra, e soprattutto lei, che ammette di seguirlo in ogni avventura pur di rimanergli accanto; davvero una novità per quel tempo, in cui l'amore era una priorità per pochi.





TITOLO: RITRATTO DI DONNA IN CREMISI

AUTORE: Simona Ahrnstedt

CASA EDITRICE: Sperling & Kupfer

N. PAGINE: 430

VALUTAZIONE: 4/5



Consigliato a chi ha voglia di leggere una bellissima storia d’amore ambientata in Svezia nel 1880”.

TRAMA:Ritratto di donna in cremisi, opera di Simona Ahrnstedt edita da Sperling & Kupfer. Stoccolma, Teatro dell'Opera, dicembre 1880. Lei è Beatrice Lowenstrom, bellissima, dai meravigliosi capelli rosso fuoco, prigioniera della sua famiglia adottiva e delle loro rigide convenzioni borghesi. Lui e il carismatico Seth Hammerstaal, lo scapolo più discusso della città, affascinante e inaffidabile, che non ha mai vissuto secondo gli schemi. Quella sera, a teatro, le loro strade si incrociano per non separarsi mai più: Seth è incantato dall'intelligenza e dal fascino di Beatrice, una donna che non assomiglia a nessun'altra, e il loro sarà un amore complicato e fatale, unico e folle. Ma la famiglia di Beatrice ha in serbo per lei ben altro destino... 


RECENSIONE:Da amante di Jane Austen, venire a conoscenza che “la nuova Austen” è svedese, ha subito acceso il mio interesse. Simona Ahrnstedt inizia il suo racconto con qualcosa che turba il lettore, ovvero con un piccolo prologo che annuncia: "Aveva una vergine da vendere"; non si sa chi sia la vergine, ne tantomeno chi sia il "venditore" ancora meno "l’acquirente". Ma voltata pagina ci ritroviamo subito catapultati in Svezia, nel 1880, al Teatro dell'Opera, e dimenticandoci della piccola premessa ci godiamo la conoscenza dei nostri protagonisti. Lei è Beatrice Lowenstrom, giovane ragazza dai capelli rossi, orfana e per questo affidata alle cure del borghese zio, con l'unico conforto, nella sua vita, della presenza della cugina. Lui è il norvegese Seth Hammerstaal, ribelle, ricco, opportunista e inaffidabile. Subito fra i due scatta qualcosa che però può poco contro i progetti che lo zio ha per la fanciulla.
"Il ritratto di donna in cremisi" è un romanzo storico che più che parlare del periodo storico nel dettaglio, punta molto sui personaggi, o almeno sui protagonisti e sui loro sentimenti e caratteri e sui pensieri della società. Beatrice è una ragazza fuori luogo per il suo tempo, è assetata di cultura, legge libri e giornali ma è costretta a farlo di nascosto, perché per una donna del tempo, l'unica cosa importante è compiacere la famiglia e poi il marito e il fatto di essere anche orfana e con un padre che l'ha istruita rendono la cosa ancora più difficile. Una donna che ha assaporato la cultura non può da un giorno a un altro restarne digiuna, ma non è quello che pensa lo zio e soprattutto la società, una società in cui anche le donne approvano, che il loro unico scopo è quello di non sapere e di rendere felici i mariti. Solo un ribelle come Seth poteva trovare queste caratteristiche di Beatrice invece allettanti. La sua sagacia, la sua ironia e la sua intelligenza sono per lui elementi che la distinguono da quella massa di donne tutte uguali. Ovviamente il destino per loro ha in serbo molto cose, e la Ahrnstedt ci mette “un bel carico” di emozioni, senza tralasciare niente. Un romanzo storico più adatto a un pubblico femminile e soprattutto alle amanti degli amori impossibili e che non perdono la speranza anche perché qui c'è solo da sperare... Una Svezia bigotta, fredda, calcolatrice e che non rispetta la concezione della donna, anche se, in primis è la donna che non ne vuole sapere..renderanno questo romanzo sorprendente. Passione, incomprensione, vendetta, riscatto e ingiustizia sono gli ingrediente giusti che mescolati ben ben hanno creato un romanzo imperdibile per le appassionate del genere. Ritornando all'inizio...voglio ricordare che un diamante non è uno swarovski..possono brillare entrambi ma la luce e la consistenza non si possono neanche avvicinare..con questo voglio dire che la Ahrnstedt è brava, molto brava ma che il suo romanzo e la sua scrittura arrivano ora, quando hanno potuto imparare molto dal passato, un passato in cui un diamante come la Austen è riuscita a brillare non di luce riflessa ma di propria. Buona lettura!






TITOLO: FIORE DI FULMINE

AUTORE: Vanessa Roggeri

CASA EDITRICE: Garzanti

N. PAGINE: 280

VALUTAZIONE: 5




Consigliato a chi ha voglia di leggere una storia dal sapore italiano, in cui il dolore sarà tanto ma la speranza non verrà mai meno. Lo consiglio, è diventato uno dei miei libri preferiti. Più che una grande storia d'amore, è una storia sulla forza delle donne e su tutti i tipi di amore”.

TRAMA:È quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai conosciuto, non ha intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento e correre sulla cima della collina. E' appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta che qualcuno venga a prenderla.


RECENSIONE: Finito di leggere “Fiore di fulmine” il primo pensiero è stato quello di ringraziare il destino o meglio la biblioteca per avermelo fatto trovare. Questo è uno di quei romanzi che quando lo termini, il sorriso non riesce ad andare via dal viso e la tentazione di tornare a rileggere qualche passaggio è troppo forte e invitante per resistere. “Fiore di fulmine” racconta la storia di Nora Musa, ragazzina sarda di undici anni che un giorno viene colpita da un fulmine e dopo essere “ritornata dagli inferi” diventa una bidemortos, in altre parole è capace di vedere i morti (difficile non pensare subito al film “Il sesto senso”). Il potere di Nora spaventa e viene allontana dalla famiglia e da qui inizia il suo percorso che gli farà conoscere la viscontessa donna Trinez. Dietro alla copertina del libro c’è scritta una frase che mi ha molto colpita e che per me rappresenta molto bene questo libro. La frase dice “Un inno alla solidarietà femminile”. La Roggeri crea dei personaggi femminili davvero ben definiti e profondi. Con uno stile che mi ha incantato, l’autrice mi ha portato prima all’interno del mondo delle miniere sarde, per poi andare oltre e conoscere un mondo da cui è difficile non rimanerne incantati e dove niente è come sembra. Con descrizioni dettagliate, ma mai pesanti, sarà difficile non immergersi in questa storia dal sapore italiano. Una storia in cui la sofferenza è palpabile, in cui la speranza viene meno ma che poi pagina dopo pagina ritorna più forte e prepotente di prima. “”Ti prego, non mentirmi: è doloroso morire?”...Nora rinnovò la stretta e si sporse lievemente in avanti per rispondere. “Vi assicuro che certe volte vivere fa molto più male””. Affascinante è anche la figura di Giaime Alagon. Un alone di mistero ruoterà intorno ai nostri protagonisti e le loro azioni non saranno mai così limpide come invece vorrebbero sembrare. Un’autrice che continuerò a seguire e di cui a breve leggerò anche il suo primo romanzo visto che questo mi ha completamente conquistato. Lo consiglio vivamente. Buona lettura!!

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