TITOLO: MOLTO
RUMORE PER NULLA
AUTORE: Shakespeare
CASA
EDITRICE: Tascabili economici Newton
N.
PAGINE: 97
VALUTAZIONE: 4
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere un’opera teatrale in cui
più che la trama spiccano i protagonisti. Uno Shakespeare per tutti!”.
TRAMA:Esemplare commedia degli
equivoci o romantica satira sull'amore e i suoi malintesi? Sullo sfondo
assolato di Messina si intrecciano passioni, giochi, intrighi, errori e farse
in un perfetto spaccato sull'animo umano. Ma qui il genio di Shakespeare si
esprime soprattutto nella brillantezza dei dialoghi, negli scambi feroci e
arguti, nella vivacità delle sue battute taglienti, a eterna dimostrazione che
può più la parola della spada.
RECENSIONE:“Molto
rumore per nulla” è un’opera di Shakespeare che non conoscevo, ma dopo averla
trovata più volte rammentata in altri libri, non ho resistito e curiosa, come
solo una donna può esserlo, l’ho presa in biblioteca, l’ho letta e posso
confermare di aver fatto bene. “Molto rumore per nulla” è una commedia
romantica in cinque atti. I personaggi non sono pochi, ma sono facilmente
riconoscibili. Shakespeare in meno di cento pagine, presenta una commedia che
se sotto molti punti di vista è prevedibile, trova la sua peculiarità non tanto
nella trama, ma nei singoli personaggi. Siamo a Messina e due sono le storie
che s’intrecciano. Da una parte, il colpo di fulmine fra Ero e Claudio e
dall'altro l’amore litigarello fra Beatrice e Benedetto. Ma l’happy end si dovrà
scontrare con la calunnia e l’inganno dell’uomo che con il suo zampino cerca di
trasformare una commedia in una tragedia. Se, come dicevo, la storia può
sembrare davvero molto banale e prevedibile, i singoli protagonisti di certo
non lo sono. Fra i miei preferiti spicca Beatrice, cugina di Ero, che
rappresenta, considerato che la commedia è stata pubblicata a fine 1500, una
femminista vera e propria. Una donna che difende la cugina, risponde per le
rime e soprattutto è consapevole della sua posizione “Non posso diventare uomo
solo perché lo desidero, e allora morirò donna perché soffro”. Una donna però
che davanti all’amore e al valore dell’altro riesce, anche se non con
semplicità, a riconoscerlo e a ricambiarlo. Una menzione la devono avere anche
Carruba, capoguardia della ronda notturna e il suo vice Sorba. Con la loro
inettitudine non possono non rimanere simpatici al lettore. L’intento di
Shakespeare è molto chiaro, ovvero quello di rappresentare l’inefficienza della
giustizia. Uno Shakespeare che consiglio a tutti, si legge velocemente e per
gli amanti dell’autore è imperdibile. Vi lascio con questa frase:
“non si apprezza il valore
di quel che abbiamo mentre ne godiamo, ma appena lo perdiamo e ci manca, lo
sopravvalutiamo, e gli troviamo il pregio che il possesso rendeva invisibile,
fino a che era nostro”. Sante parole! Buona lettura!
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