TITOLO: FINE
AUTORE: Fernanda
Torres
CASA
EDITRICE: Einaudi
N.
PAGINE: 194
VALUTAZIONE: 3
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere un esordio, in cui cinque
amici di lunga data raccontano la loro fine. Non è un romanzo per tutti. Un
libro tragico, reale e amaro”.
TRAMA:Álavaro,
Sílvio, Ribeiro, Neto e Ciro. Cinque uomini della stessa generazione, cinque
amici di lunga data che hanno vissuto l'epoca d'oro di Copacabana: la
liberazione sessuale che regnava su una città edonista, l'esplosione della
bossa nova, la vita come un'ininterrotta festa in spiaggia. Ma nulla dura per
sempre: e così arrivano i tentativi di costruire una famiglia, i piccoli
tradimenti, la solitudine. C'è chi viene lasciato dalla moglie perché si è
arreso e ha rinunciato a vivere e chi invece si aggrappa a ogni eccesso. C'è
chi ha tradito e chi è stato tradito. Ognuno dei protagonisti illumina con la
sua storia un frammento dell'universo maschile: ne viene fuori un ritratto
spietato, senza indulgenze, ma allo stesso tempo umanissimo, che solo una donna
poteva dipingere. Con i suoi cinque ritratti incrociati, e Rio de Janeiro come
sesto personaggio, Fine è un decamerone tragico e esilarante.
RECENSIONE:L'attrice
brasiliana Fernanda Torres per la prima volta si cimenta nella scrittura.
"Fine" è il suo primo romanzo, ambientato nella sua città, Rio de
Janeiro. Cinque amici di lunga data sono i protagonisti. Troviamo Alvaro
l'impotente, Neto il monogamo, Ribeiro sempre a caccia di vergini, Silvio il
trasgressivo e Ciro l'infedele. Cinque amici che arrivano alla fine e
riflettono sulla vita. La Torres divide il romanzo in sei capitoli,
dedicando i primi cinque a ogni protagonista. I capitoli sono brevi, legati gli
uni agli altri e vanno a toccare l'intimità dei personaggi. Ognuno di loro
ha affrontato la vita come meglio credeva, arrivando alla fine e tirando le
somme e ricevendo il giusto trattamento per le azioni compiute. Impossibile non
far partecipare anche le varie moglie e figli a questo resoconto. La fine ci
mostra i risultati. La Torres utilizza un linguaggio schietto, spicciolo.
Mostra una società insoddisfatta, anche nel pieno degli eccessi, sempre
incompleta. Alla ricerca di qualcosa che inevitabilmente porta verso il
tramonto. Con la domanda che aleggia nell'aria "Chi sarà il
prossimo?". Un libro che non lascia soddisfatti, che mi ha fatto storcere
il naso e la bocca più volte. Non per il modo di scrivere, ma per la realtà che
rappresenta. Uno scorcio sul mondo maschile che fa male. Su vite portate
all'estremo oppure vissute in maniera apatica. In entrambi i casi, il risultato
cambia poco, e l'amarezza resta. La Torres, si è scelta un argomento davvero
molto forte. Ha deciso di scrivere sugli uomini e su come affrontano la loro
fine, andando a scovare vite che rappresentano in alcuni casi gli estremi della
società. Ce ne lascia un'immagine non molto ottimistica. La sua scrittura per
tratti ancora acerba mostra però un buono stile. E' diretta, spietata, maschile
e riflessiva.
"Non faccio la
raccolta differenziata, non riciclo niente, butto le cicche nel gabinetto,
faccio lunghe docce calde e lascio il rubinetto aperto per lavarmi i denti. Chi
se ne frega dell'umanità. Tanto non sarò qui a vederne la fine".
È una lettura che non
consiglierei a tutti. Non è un racconto, è un romanzo diviso in più parti. Un libro
tragico, reale e diretto. Buona lettura!
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