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martedì 8 marzo 2016

FIORE DI FULMINE





TITOLO: FIORE DI FULMINE

AUTORE: Vanessa Roggeri

CASA EDITRICE: Garzanti

N. PAGINE: 280

VALUTAZIONE: 5




Consigliato a chi ha voglia di leggere una storia dal sapore italiano, in cui il dolore sarà tanto ma la speranza non verrà mai meno. Lo consiglio, è diventato uno dei miei libri preferiti. Più che una grande storia d'amore, è una storia sulla forza delle donne e su tutti i tipi di amore”.

TRAMA:È quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai conosciuto, non ha intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento e correre sulla cima della collina. E' appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta che qualcuno venga a prenderla.


RECENSIONE: Finito di leggere “Fiore di fulmine” il primo pensiero è stato quello di ringraziare il destino o meglio la biblioteca per avermelo fatto trovare. Questo è uno di quei romanzi che quando lo termini, il sorriso non riesce ad andare via dal viso e la tentazione di tornare a rileggere qualche passaggio è troppo forte e invitante per resistere. “Fiore di fulmine” racconta la storia di Nora Musa, ragazzina sarda di undici anni che un giorno viene colpita da un fulmine e dopo essere “ritornata dagli inferi” diventa una bidemortos, in altre parole è capace di vedere i morti (difficile non pensare subito al film “Il sesto senso”). Il potere di Nora spaventa e viene allontana dalla famiglia e da qui inizia il suo percorso che gli farà conoscere la viscontessa donna Trinez. Dietro alla copertina del libro c’è scritta una frase che mi ha molto colpita e che per me rappresenta molto bene questo libro. La frase dice “Un inno alla solidarietà femminile”. La Roggeri crea dei personaggi femminili davvero ben definiti e profondi. Con uno stile che mi ha incantato, l’autrice mi ha portato prima all’interno del mondo delle miniere sarde, per poi andare oltre e conoscere un mondo da cui è difficile non rimanerne incantati e dove niente è come sembra. Con descrizioni dettagliate, ma mai pesanti, sarà difficile non immergersi in questa storia dal sapore italiano. Una storia in cui la sofferenza è palpabile, in cui la speranza viene meno ma che poi pagina dopo pagina ritorna più forte e prepotente di prima. “”Ti prego, non mentirmi: è doloroso morire?”...Nora rinnovò la stretta e si sporse lievemente in avanti per rispondere. “Vi assicuro che certe volte vivere fa molto più male””. Affascinante è anche la figura di Giaime Alagon. Un alone di mistero ruoterà intorno ai nostri protagonisti e le loro azioni non saranno mai così limpide come invece vorrebbero sembrare. Un’autrice che continuerò a seguire e di cui a breve leggerò anche il suo primo romanzo visto che questo mi ha completamente conquistato. Lo consiglio vivamente. Buona lettura!!

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