TITOLO: FIORE
DI FULMINE
AUTORE: Vanessa
Roggeri
CASA
EDITRICE: Garzanti
N.
PAGINE: 280
VALUTAZIONE: 5
“Consigliato a chi ha voglia di
leggere una storia dal sapore
italiano, in cui il dolore sarà tanto ma la speranza non verrà mai meno. Lo
consiglio, è diventato uno dei miei libri preferiti. Più che una grande storia d'amore, è una storia sulla forza delle donne e su tutti i tipi di amore”.
TRAMA:È
quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido. Eppure la piccola Nora,
undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai
conosciuto, non ha intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il
vento e correre sulla cima della collina. E' appena arrivata sotto una grande
quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Nora riapre
i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno
di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli
altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. C'è un nome per
quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne
hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è
Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un
guscio di dolore, mentre aspetta che qualcuno venga a prenderla.
RECENSIONE: Finito
di leggere “Fiore di fulmine” il primo pensiero è stato quello di ringraziare
il destino o meglio la biblioteca per avermelo fatto trovare. Questo è uno di
quei romanzi che quando lo termini, il sorriso non riesce ad andare via dal
viso e la tentazione di tornare a rileggere qualche passaggio è troppo forte e
invitante per resistere. “Fiore di fulmine” racconta la storia di Nora Musa,
ragazzina sarda di undici anni che un giorno viene colpita da un fulmine e dopo
essere “ritornata dagli inferi” diventa una bidemortos, in altre parole è capace
di vedere i morti (difficile non pensare subito al film “Il sesto senso”). Il
potere di Nora spaventa e viene allontana dalla famiglia e da qui inizia il suo
percorso che gli farà conoscere la viscontessa donna Trinez. Dietro alla
copertina del libro c’è scritta una frase che mi ha molto colpita e che per me
rappresenta molto bene questo libro. La frase dice “Un inno alla solidarietà
femminile”. La Roggeri crea dei personaggi femminili davvero ben definiti e
profondi. Con uno stile che mi ha incantato, l’autrice mi ha portato prima
all’interno del mondo delle miniere sarde, per poi andare oltre e conoscere un
mondo da cui è difficile non rimanerne incantati e dove niente è come sembra. Con
descrizioni dettagliate, ma mai pesanti, sarà difficile non immergersi in
questa storia dal sapore italiano. Una storia in cui la sofferenza è palpabile,
in cui la speranza viene meno ma che poi pagina dopo pagina ritorna più forte e
prepotente di prima. “”Ti prego, non mentirmi: è doloroso morire?”...Nora
rinnovò la stretta e si sporse lievemente in avanti per rispondere. “Vi
assicuro che certe volte vivere fa molto più male””. Affascinante è anche la
figura di Giaime Alagon. Un alone di mistero ruoterà intorno ai nostri
protagonisti e le loro azioni non saranno mai così limpide come invece
vorrebbero sembrare. Un’autrice che continuerò a seguire e di cui a breve
leggerò anche il suo primo romanzo visto che questo mi ha completamente
conquistato. Lo consiglio vivamente. Buona lettura!!
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